Incontro a Roma degli universitari europei nel primo anniversario della beatificazione
di Giovanni Paolo II
E come ha ricordato il Papa nel Regina Coeli, ieri a Roma si è aperto il secondo Incontro
europeo degli universitari, sul tema “Il contributo degli universitari per la costruzione
del nuovo umanesimo”. Il meeting, che si concluderà martedì prossimo, è stato promosso
dall’Ufficio diocesano per la Pastorale Universitaria e dalla Sezione Università del
Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, e vede la partecipazione di oltre
500 giovani provenienti da tutto il Vecchio Continente. Ascoltiamo mons. Marek
Jedraszewski, vice presidente della Sezione Università del Ccee, al microfono
di Marina Tomarro:
R. – Il tema
è ovvio, perché il Sinodo di ottobre è consacrato al problema del nuovo umanesimo
e quindi davanti all’ambiente universitario europeo si trova una grande sfida: cosa
dobbiamo fare per operare una nuova evangelizzazione dell’ambiente che ha bisogno
di una Buona Novella, del Cristo che è veramente un archetipo dell’umanesimo. Bisogna
cercare sempre più i mezzi per far vedere a tutto il mondo che Cristo è la vera risposta
ai veri problemi dell’uomo.
D. – Ma in che modo si può aiutare i giovani a
sentirsi coinvolti in questa nuova evangelizzazione?
R. – Io penso che prima
di tutto i giovani debbano avere una esperienza viva, una testimonianza molto chiara
della fede da parte dei loro genitori, dai parenti e anche dai pastori, dai preti
che si occupano della pastorale universitaria; un’esperienza che ci dà la gioia, una
visione della vita che non è facile, ma felice.
D. - Tanti sono
gli universitari arrivati da tutta Europa, per partecipare all’Incontro. Ascoltiamo
alcune testimonianze:
R. – Vengo dalla Spagna. Per me è un incontro molto importante
perché è un’occasione meravigliosa per incontrarci tutti e pensare come fare per portare
la verità al mondo.
R. – Vengo dalla Germania e sono qui perché voglio incontrare
altri studenti dell’Europa. Penso che sia molto importante portare la cristianità
nel mondo, vivere da cristiana vera.
R. – Io sono della Croazia. La città di
Split è molto bella: ci sono tanti giovani, con una bellissima unione … Ci vediamo!
Ieri,
in concomitanza con l’incontro degli universitari, si è concluso anche il meeting
europeo dei delegati nazionali di pastorale universitaria promosso dal Consiglio delle
Conferenze episcopali d’Europa. Ascoltiamo don Ferenk Janka, segretario della
Sezione Universitaria del Consiglio.
R. – Ci sono tante sfide, ma anche tante
opportunità per gli studenti di oggi. Penso che si potrebbe riassumere con una frase
di François Varillon. Lui diceva che la fede approfondisce tutto quello che ha anche
umanamente senso, come l’amicizia e l’amore; però, la fede da anche senso a cose che
umanamente non comprendiamo, come la sofferenza e la morte. Penso che un compito importantissimo
della pastorale universitaria sia quello di far comprendere ai giovani di oggi questo
approccio.
D. – In che modo l’università può contribuire ad educare i giovani
verso una nuova evangelizzazione?
R. – Penso che questo sia un compito importantissimo
dei docenti cristiani che veramente riescono a porre delle domande nell’ambito delle
loro discipline, che non escludano la fede. I giovani spesso non conoscono questo
orizzonte della fede e dunque ogni tanto dobbiamo essere noi a porre le domande e
poi a proporre risposte valide, cioè dobbiamo allargare gli orizzonti della razionalità,
come dice Benedetto XVI. E se ci amiamo veramente gli uni gli altri, se amiamo la
creazione, allora scopriamo orizzonti nuovi.