L'Aquila: concerto in prima assoluta a Collemaggio per ricordare il sisma
A poco più di tre anni dal sisma che ha sconvolto L’Aquila, la Società Aquilana dei
Concerti “B. Barattelli” presenta questa sera alle 21 nella Basilica di Collemaggio
in prima esecuzione assoluta "3e32 Naufragio di terra", un nuovo lavoro della compositrice
Lucia Ronchetti, ideato da Guido Barbieri che ne ha curato la drammaturgia e la messa
in scena. Un modo di attraversare la memoria e l’esperienza umana, che ha lasciato
sulla popolazione e nel territorio il terribile sisma. Il servizio di Luca Pellegrini:
In uno dei monumenti
e dei luoghi di culto più colpiti dell’Aquila, la Basilica di Collemaggio, che ricorda
insieme la continuità della tradizione e la tragica discontinuità generata dal terremoto,
si fa ricordo della notte del 6 aprile di tre anni fa con le voci e la memoria di
chi ha vissuto la tragedia. Lucia Ronchetti, una delle più note compositrici
italiane, ha scritto appositamente una partitura densa e originale, pensata per il
luogo in cui viene eseguita e il contesto doloroso che l’accoglie. Così l’autrice
ne descrive l’origine e i suoi sentimenti:
"Ho pensato di realizzare una
sorta di spazio sonoro virtuale per ognuno di questi testimoni: sono sette testimoni,
persone molto diverse, di età molto diverse che hanno vissuto il terremoto che, naturalmente,
è sempre un’occasione di grande disordine, è un evento incontrollabile. Quello che
fa male dell’evento non è solo il dramma – diciamo – della sconfitta della civiltà,
della costruzione di una città e la ferita reale, fisica, il dolore fisico della morte
e dell’abbandono, ma c’è anche questo senso incontrollabile che invade le persone
che lo vivono, che è forse anche la cosa più drammatica… Allora, io ho voluto creare
una casa musicale, una casa sonora per ognuno di questi sopravvissuti. Sono episodi
molto diversi, ma tutti affidati a un gruppo di ottanta cantanti. A questi si aggiungono
otto solisti: in realtà, tutte queste voci sono sempre insieme, formano delle strutture
musicale geometriche, astratte, ma coerenti per ogni testimonianza. E’ come se fosse
un altare sonoro, sul quale la testimonianza, la voce del testimone si appoggia. In
questo senso, non ho voluto assolutamente ricreare la situazione realistica del terremoto.
Ho voluto, invece, creare delle situazioni musicali astratte che però anche visivamente
– per il movimento di tutte queste persone, dei cantanti nella basilica – ricreano
situazioni di costrizioni, situazioni di paura, situazioni di mancanza di libertà,
di situazioni difficilmente controllabili".