2012-04-28 17:42:48

Il ministro Fornero: non smantelliamo l'art.18, togliamo garanzia


Solidarietà ed equità sono imprescindibili. Così in sintesi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio al Psi che oggi celebra a Genova i suoi 120 anni. Ad intervenire oggi ad un convegno anche il ministro del Welfare Fornero: non smantelliamo l’articolo 18, va ampliata la protezione. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

"Sulla flessibilità in uscita è vero che stiamo tagliando qualcosa, una garanzia che impediva il licenziamento perché attribuiva al giudice l'immediato reintegro del lavoratore licenziato, ma non abbiamo smantellato l'articolo 18”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, intervenendo a Torino al convegno dell'Udc. Per il ministro questo non è sottrarre una protezione anche perché era limitata ad una cittadella di lavoratori, mentre bisogna distribuirla meglio, ad una platea più ampia. ''Prima di spiegare la riforma, bisogna anche approvarla in tempi brevi e con poche correzioni”, sostiene da parte sua il leader della Cisl Bonanni secondo cui, invece, c'e' il rischio che salti tutto l'impianto, visto che si vogliono annacquare le parti cruciali che riguardano i giovani, come la lotta alle false partite iva e ai contratti di compartecipazione.

E’ arrivato il momento, per l’Italia, di muoversi verso nuove politiche sociali. E’ il parere dell’economista Cristiano Gori, docente di Politiche Sociali alla Cattolica di Milano e alla London School of Economics. Francesca Sabatinelli lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – Finora, il governo tecnico si è concentrato – per quanto riguarda il welfare – in maniera esclusiva sulla riforma delle pensioni e sulla riforma del mercato del lavoro. Questo è dovuto al fatto che, da una parte, erano settori sui quali era necessario intervenire, e al fatto che il governo italiano aveva fatto un accordo preciso con la Banca Centrale Europea, impegnandosi a intervenire su pensioni e mercato del lavoro. Adesso il rischio è che, conclusa la fase di attenzione verso questi due aspetti, si pensi che il welfare si concluda qui.

D. – E se non si conclude qui, cosa rimane?

R. – Rimane l’altro welfare, il “welfare sociale”: quello del sostegno alle famiglie, in particolare alle famiglie in difficoltà, della povertà, della prima infanzia e degli anziani non autosufficienti. Su questo ci si attende che anche l’attuale governo voglia intervenire nei prossimi mesi.

D. – Sarà difficile non intervenire di fronte ai tre milioni di italiani che vivono in povertà assoluta, di fronte alle 70 mila famiglie che sono senza casa …

R. – Sì. E paradossalmente bisognerà riuscire a fare, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, in condizioni più complicate, quello che non si è riusciti a fare negli anni scorsi in condizioni più semplici. Mi spiego: negli anni scorsi – e penso all’ultimo decennio – la spesa pubblica è cresciuta costantemente e non si sono dedicate risorse alla povertà. Ora diventa necessario dedicare risorse alla povertà in un contesto nel quale, però, la spesa pubblica non andrà certamente ad aumentare. Quindi, se non accadrà le ricadute sociali saranno molto forti e, dall’altra parte, esiste il fondato timore che questo gruppo di persone in povertà nei prossimi anni possa anche crescere.







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