2012-04-28 16:18:18

"I primi cristiani erano multietnici": intervista con il prof. Fiocchi Nicolai


La Roma tardo-antica esempio di convivenza tra svariate etnie e popoli di diverse religioni. E’ quanto è emerso ieri pomeriggio al seminario svoltosi Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana sul tema “Multietnicità nella primitiva comunità cristiana di Roma”. Tra gli interventi quello del rettore, il prof. Vincenzo Fiocchi Nicolai, che ha parlato dell’accoglienza degli stranieri nell’Urbe. Tiziana Campisi gli ha chiesto com’era la convivenza dei diversi gruppi etnici nell’antichità:RealAudioMP3

R. - Diciamo che è una convivenza buona. La città era divisa in classi sociali, dove molto spesso,le comunità straniere erano caricate di lavori marginali. Tuttavia, sappiamo molto bene che questo carattere multietnico faceva sì che, anche a livello dirigenziale, le comunità non romane fossero altamente rappresentate.

D. - Era la comunità cristiana, in particolare, a prendersi cura dei forestieri. Cosa può dirci in proposito?

R. - La comunità cristiana di Roma fu immediatamente molto sensibile nell’accoglienza degli stranieri. Intanto, bisogna dire che, al di là della comunità di Roma, erano le comunità cristiane ad essere sensibili riguardo a questa problematica. Addirittura, le antiche costituzioni delle Chiese contemplavano proprio delle norme che chiedevano ai membri delle comunità di occuparsi dei problemi legati agli stranieri. Nella comunità di Roma questa sensibilità fu particolarmente vivace e particolarmente presente.

D. - Con lo scorrere dei secoli forse l’uso di accogliere i forestieri si è un po’ perso. Perché?

R. - Per quanto riguarda la Chiesa antica, direi che questa attenzione c’è sempre stata ed è documentata da fonti e anche da strutture monumentali. Forse, questa attenzione si è persa nei giorni nostri, probabilmente perché il messaggio evangelico ogni tanto non è osservato “senza se e senza ma”.

D. - Dunque, c'è da apprendere anche oggi dall’esempio lasciatoci nella Roma tardo-antica...

R. - Io direi assolutamente di sì. Coloro che vengono da altre nazioni, da altri Paesi sono in condizioni di difficoltà, e la carità cristiana deve imporre assolutamente un’accoglienza idonea per queste persone.







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