"I primi cristiani erano multietnici": intervista con il prof. Fiocchi Nicolai
La Roma tardo-antica esempio di convivenza tra svariate etnie e popoli di diverse
religioni. E’ quanto è emerso ieri pomeriggio al seminario svoltosi Pontificio Istituto
di Archeologia Cristiana sul tema “Multietnicità nella primitiva comunità cristiana
di Roma”. Tra gli interventi quello del rettore, il prof. Vincenzo Fiocchi Nicolai,
che ha parlato dell’accoglienza degli stranieri nell’Urbe. Tiziana Campisi
gli ha chiesto com’era la convivenza dei diversi gruppi etnici nell’antichità:
R. - Diciamo
che è una convivenza buona. La città era divisa in classi sociali, dove molto spesso,le
comunità straniere erano caricate di lavori marginali. Tuttavia, sappiamo molto bene
che questo carattere multietnico faceva sì che, anche a livello dirigenziale, le comunità
non romane fossero altamente rappresentate.
D. - Era la comunità cristiana,
in particolare, a prendersi cura dei forestieri. Cosa può dirci in proposito?
R.
- La comunità cristiana di Roma fu immediatamente molto sensibile nell’accoglienza
degli stranieri. Intanto, bisogna dire che, al di là della comunità di Roma, erano
le comunità cristiane ad essere sensibili riguardo a questa problematica. Addirittura,
le antiche costituzioni delle Chiese contemplavano proprio delle norme che chiedevano
ai membri delle comunità di occuparsi dei problemi legati agli stranieri. Nella comunità
di Roma questa sensibilità fu particolarmente vivace e particolarmente presente.
D.
- Con lo scorrere dei secoli forse l’uso di accogliere i forestieri si è un po’ perso.
Perché?
R. - Per quanto riguarda la Chiesa antica, direi che questa attenzione
c’è sempre stata ed è documentata da fonti e anche da strutture monumentali. Forse,
questa attenzione si è persa nei giorni nostri, probabilmente perché il messaggio
evangelico ogni tanto non è osservato “senza se e senza ma”.
D. - Dunque, c'è
da apprendere anche oggi dall’esempio lasciatoci nella Roma tardo-antica...
R.
- Io direi assolutamente di sì. Coloro che vengono da altre nazioni, da altri Paesi
sono in condizioni di difficoltà, e la carità cristiana deve imporre assolutamente
un’accoglienza idonea per queste persone.