Usa: appello dei leader religiosi per un'intesa sulla riforma dell'immigrazione
Alla vigilia della prima udienza della Corte Suprema degli Stati Uniti in merito al
ricorso dell’Amministrazione Obama contro la discussa legge dello Stato dell’Arizona
sull’immigrazione, 15 leader religiosi hanno rivolto un nuovo pressante appello al
Presidente e al Congresso affinché le autorità federali “riaffermino la loro autorità”
e trovino “al più presto” un’intesa intorno alla tanto attesa riforma nazionale dell’immigrazione.
In una serie di lettere indirizzate martedì al Capo della Casa Bianca e ai membri
del Congresso, i leader religiosi americani denunciano che questo annoso vuoto legislativo
ha permesso un trasferimento de facto agli Stati e ai governi locali del potere di
legiferare sull’immigrazione “ai danni della nazione e delle comunità locali”. “Invece
di un unico sistema federale sull’immigrazione valido per tutti - si legge nelle missive
firmate, tra gli altri, dal cardinale Timothy Dolan e da mons. José Gòmez a nome della
Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), adesso abbiamo molti Stati e una
moltitudine di autorità locali che stanno promuovendo ognuna una propria politica
migratoria”. Il risultato sarà “un patchwork di leggi che causeranno la separazione
di famiglie, danni al tessuto economico e la divisione delle comunità”. Di qui il
rinnovato appello a varare al più presto una riforma che riaffermi l’autorità federale
su questa materia e che preveda, tra l’altro, per gli immigrati senza documenti percorso
semplificato per la regolarizzazione e l’ottenimento della cittadinanza. Firmata nel
2010 dalla Governatrice repubblicana Jan Brewer, la nuova legge sull’immigrazione
in Arizona, conosciuta come S.B. 1070, prevede che la polizia possa fermare chiunque
sia sospettato di essere un immigrato clandestino. In precedenza, la polizia locale
poteva fare queste verifiche solo su persone sospettate di aver commesso un reato.
Questa parte della legge, insieme ad altri tre punti, non è finora entrata in vigore
a causa del ricorso dell’Amministrazione Obama che ne contesta la legittimità in quanto
materia di competenza federale. Secondo le autorità dell'Arizona, invece, la legge
non interferisce con la competenza federale, ma attribuisce semplicemente alla polizia
locale maggiori poteri per farla rispettare. L’apertura mercoledì della prima udienza
della Corte Suprema a Washington è stata accompagnata da una veglia di preghiera e
da una marcia contro il provvedimento promossa da diverse organizzazioni religiose.
Tra i presenti anche il cardinale Roger M. Mahony, arcivescovo emerito di Los Angeles.
La sentenza della Corte Suprema è attesa per giugno. (A cura di Lisa Zengarini)