Convegno in Vaticano su Giuseppe Toniolo. Domani la Beatificazione nella Basilica
di S. Paolo
“Toniolo non si limitò a dare impulso alla Dottrina sociale della Chiesa, ma il suo
contributo si estese all’urgenza di un cristianesimo vissuto radicalmente, da un lato
con esperienze di amore mistico per Dio, dall’altro con una fede fortemente impegnata
nella cultura”. Così il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, è intervenuto
con un messaggio al convegno che si è tenuto ieri pomeriggio in Vaticano su Giuseppe
Toniolo, alla vigilia della sua imminente Beatificazione, che sarà presieduta domani
nella Basilica romana di S. Paolo fuori le Mura, alle 10.30, dal cardinale Salvatore
De Giorgi. A seguire il Convegno di ieri, promosso dal Forum internazionale dell’Azione
Cattolica in collaborazione con il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e con il
Pontificio consiglio per i laici, c’era Michele Raviart:
Un economista
e un intellettuale che si è impegnato vivere la fede nella cultura, nelle istituzioni
e nel sociale. Giuseppe Toniolo incarna la figura del laico cattolico attivo nella
società, in un momento storico in cui i cristiani italiani erano paralizzati dal “non
expedit” di Pio IX e dalla “Questione Romana”. Franco Miano, presidente dell’Azione
cattolica italiana:
“Si tratta di una figura di sposo, di padre, di docente
universitario, di persona impegnata nell’associazionismo e nella vita sociale, politica
e culturale del suo tempo. Una figura, dunque, che viveva immersa nella quotidianità.
Un ‘Santo della vita quotidiana’. In un certo senso, è come se, attraverso questa
Beatificazione, ci venisse ricordato che a tutti è possibile diventare Santi, ma non
abbandonando la vita di tutti i giorni. Vivendola, piuttosto, bene, appieno, in profondità”.
Laureatosi
nel 1867 a Padova con una tesi sull’"elemento etico come fattore intrinseco delle
leggi economiche", Toniolo era fautore di una terza via per l’economia, lontana tanto
dal collettivismo marxista quanto dall’individualismo liberale. Una visione etica
dell’economia che metteva al centro l’uomo e Cristo, precorrendo temi che sarebbero
stati cari al magistero di Benedetto XVI. Mons. Mario Toso, segretario del
Pontificio Consiglio Giustizia e Pace:
“Si impegna, in modo particolare,
a evidenziare l’aspetto etico delle leggi economiche. E questo lo rende, in un certo
qual modo, non solo precursore della Rerum Novarum ma
anche precursore della Caritas in veritate di Benedetto XVI.
In quest’ultima, si insite molto sul fatto che l’economia, compresa la finanza, devono
essere strutturate, finalizzate eticamente”.
Toniolo credeva fermamente
nel ruolo civilizzatore del cristianesimo, attraverso un sincero confronto con la
diversità. E che solo una società di “santi”, persone cioè in vera comunione con Dio,
avrebbe potuto realizzare la vera giustizia nel mondo. Ancora Mons.Toso:
“Egli
desiderava avere un mondo cattolico, ben scompaginato nelle sue istituzioni, a servizio
della civiltà e di una società giusta che avesse una particolare attenzione ai più
poveri. Si può dire che questo suo insegnamento sia fondamentale anche per recuperare,
oggi, un concetto completo di democrazia che non è tale solo a livello politico, ma
si realizza anche a livello sociale e civile”.
Oggi, a quasi un secolo
dalla sua morte, sono ancora vive molte delle sue iniziative nell’associazionismo
cattolico. Nel 1907 inaugura le Settimane Sociali, dopo che aveva dato un impulso
decisivo alla fondazione dell’Università Cattolica di Milano e all’organizzazione
dell’Azione Cattolica, come ci spiega Franco Miano:
“Toniolo si impegnò
anche, in concreto, nella fondazione o comunque nell’ispirazione di banche di credito
cooperativo, di attività sociali dirette oltre che nello spirito dell’associazionismo
dell’Azione Cattolica del tempo, che, allora, era ai primi decenni della sua storia.
Una storia che oggi conta più di 140 anni e ha contribuito a dare rilievo anche alla
presenza dei cattolici nella vita del nostro Paese”.
La figura di Giuseppe
Toniolo, portata nuovamente alla luce dall'evento ecclesiale della Beatificazione,
può essere presentata come modello ai ragazzi di oggi che potrebbero vedere in lui
una sicura fonte di ispirazione per il loro quotidiano. Ma come spiegare Toniolo ai
giovani? Davide Dionisi lo ha chiesto al postulatore della Causa di beatificazione,
il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino:
R. – Lo presenterei
innanzitutto nei suoi momenti di vita più naturali. Quelli, ad esempio, in cui questo
giovane si interroga sulla sua vocazione, quando si chiede se è fatto per la vita
religiosa o per il matrimonio. Per cui, a un giovane direi proprio queste cose per
mostrargli come si può vivere la santità all’interno della vita ordinaria.
D.
– "Spread", debito sovrano, crisi economica: Toniolo come avrebbe affrontato le difficoltà
della crisi attuale?
R. – Naturalmente, non possiamo fare anacronismo mettendolo
all’interno della situazione attuale. Però, in un certo senso, si potrebbe dire che
quanto stiamo vivendo oggi, era prevedibile per lui, pensando a ciò che disse addirittura
nel 1873. E' passata un po’ di acqua sotto i ponti, eppure quello che affermava nella
sua prima, grande lezione universitaria di quell’anno è che l’etica è un fattore intrinseco
delle leggi economiche, e che un’economia che non si aggancia pienamente all’etica
oltre ad essere immorale - perché va contro dei principi di comportamento che non
possono mai essere dimenticati - fa anche del male a se stessa: diventa un’economia
che, prima o poi, produce guasti.