Si continua a morire in Siria: secondo gli aggiornamenti forniti oggi dall’Osservatorio
siriano dei diritti civili, l’esercito di Assad ha bombardato un sobborgo della città
di Hama, uccidendo almeno 11 persone, mentre secondo fonti interne all’opposizione,
un’operazione congiunta di artiglieria e aviazione sarebbe in corso a Deir ez-Zor.
Secondo il Centro di documentazione delle violazioni dei diritti umani nel Paese,
inoltre, 54 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore in varie parti della Siria:
l’area che ha pagato il prezzo di sangue più alto è stata ancora una volta Hama e
soprattutto il quartiere di Mashaa Tayyar, con 22 vittime, tra i quali alcuni bambini
molto piccoli. Il governo siriano, però, smentisce di essere responsabile dell’accaduto,
attribuendo la strage a non meglio precisati “terroristi”. La presenza nel Paese degli
osservatori dell’Onu non sembra scoraggiare la repressione, dunque, tanto che stamattina
c’è stato un incontro tra il portavoce del Consiglio nazionale siriano e il segretario
della Lega Araba in cui si è decisa la convocazione di un vertice, il 16 e 17 maggio
prossimi, con l’obiettivo di unificare l’azione delle opposizioni anti-Assad. Un’altra
riunione straordinaria si svolgerà, inoltre, oggi pomeriggio al Cairo e vi parteciperanno
i ministri degli Esteri della Lega Araba per parlare, tra gli altri temi in agenda,
anche della crisi siriana. Infine, oggi, la Francia ha annunciato che se la mediazione
sulla Siria fallirà, è pronta a una “risoluzione in base al capitolo 7” della carta
Onu che prevede anche l’intervento militare nel Paese, in caso di minaccia alla pace.
(R.B.)