Papua Nuova Guinea: “no” dei vescovi alla candidatura di sacerdoti per cariche politiche
Sacerdoti vicini alla gente ma lontani dalla competizione politica. È quanto ribadiscono
i vescovi della Papua Nuova Guinea e Isole Salomone in una lettera inviata a tutti
i sacerdoti, pervenuta all’agenzia Fides. Il richiamo arriva nel momento in cui alcuni
di loro hanno manifestato l’intenzione di candidarsi alle elezioni politiche di quest’anno.
“È nostro dovere predicare la Buona Novella al nostro popolo e pascere il gregge a
noi affidato dal Buon Pastore” e, questo, risulta inconciliabile con il “ricoprire
una carica pubblica come pure fare attivamente campagna per un partito politico o
per un candidato”. La lettera, firmata dal presidente della Conferenza episcopale,
John Ribat, arcivescovo di Port Moresby, sottolinea il carattere assoluto del sacerdozio
lasciando comunque spazio alla consapevolezza dell’importanza dell’impegno politico.
“È opportuno che laici cattolici qualificati siano direttamente coinvolti” ma “i sacerdoti
devono annunciare importanti principi morali e spiegare la dottrina sociale cattolica
a tutti” senza entrare nel merito della bontà o meno di determinate scelte. “È bello
e nobile quando un prete ascolta il grido dei poveri e desidera porre fine alle ingiustizie;
ma un Buon Pastore sa già che attraverso la sua chiamata al ministero ordinato possiede
l’autorità morale che gli permette di tenere unita la gente e portare un cambiamento
positivo nella comunità”. Nella lettera si ricorda che nessun vescovo, in Papua così
come nelle Isole Salomone, ha mai dato o darà l’autorizzazione a uno dei suoi preti
a entrare in politica. (G.M.)