Congo Brazzaville: nel Messaggio dei vescovi, lotta alla povertà
I vescovi del Congo hanno chiuso la 40.ma assemblea plenaria con un messaggio indirizzato
ai fedeli sul tema “La questione sociale: lotta contro la povertà”. Svoltasi a Brazzaville,
al Centro interdiocesano delle opere, la plenaria si è conclusa domenica con una celebrazione
durante la quale i presuli hanno pregato particolarmente per le vittime della tragedia
di Mpila, del 4 marzo scorso. Nel corso dei lavori la Conferenza episcopale del Congo
ha approfondito particolarmente il problema della lotta contro la povertà, basandosi
sulla Parola di Dio, testi del magistero e ricerche sociologiche. Nel messaggio rivolto
agli uomini e alle donne di buona volontà e pubblicato sul portale www.lasemaineafricaine.com,
i vescovi sottolineano che povertà è anche “privazione dei diritti fondamentali alla
salute, all’educazione, allo sviluppo e alla protezione sociale”, da qui l’incoraggiamento
ai poteri politici ad un impegno più forte per assicurare alla popolazione condizioni
di vita adeguate e per combattere attitudini contrarie alla solidarietà. Per i vescovi
sradicare la povertà richiede anche la lotta contro la corruzione e la promozione
del buon governo. “I poteri pubblici – scrivono i presuli – devono per esempio appoggiare
meglio l’Osservatorio anti-corruzione, la cui vocazione è di lottare contro gli antivalori
in vista del benessere sociale”. La Conferenza episcopale esorta per questo “uomini
politici, uomini di Chiesa e società civile, ciascuno secondo la loro competenza”,
ad iscrivere la lotta contro la povertà nel cambiamento delle mentalità e dei modi
di vita. “Siamo tutti invitati ad un salto morale che passi attraverso una conversione
autentica, come ci dice il Papa nell’esortazione del secondo sinodo sull’Africa” si
legge nel messaggio, che annovera nelle situazioni di povertà le persone discriminate,
quelle finite nella piaga della droga, gli anziani soli e i malati, individui per
i quali la Chiesa chiede impegno. I vescovi sottolineano poi che “il messaggio sociale
del Vangelo non è una teoria, ma prima di tutto un fondamento e una motivazione per
l’azione” e che “non può essere credibile se non attraverso la testimonianza delle
opere”, da qui l’opzione preferenziale della Chiesa per i poveri “che non vuole essere
né esclusiva né discriminatoria”. Infine, ricordando il dramma di Mpila, il messaggio
della Conferenza episcopale richiama i responsabili del Paese ad intensificare la
loro azione per alleviare le sofferenze di tutte le vittime e perché giustizia e verità
vengano assicurate nella pace. (T.C.)