Nuovi bombardamenti nel Sud Sudan. Si parla di 16 morti e 34 feriti nello Stato frontaliero
dell'Unità. I bombardamenti dell'aviazione di Khartoum vengono condannati “fermamente”
dal segretario generale dell’Onu e dal presidente Usa Obama. Da parte sua il presidente
sud sudanese Salva Kiir Mayardit, in visita a Pechino, ha parlato di dichiarazione
di guerra. Sudan e Sud Sudan, solo nel 2005 avevano firmato un trattato di pace, a
conclusione di un conflitto cominciato nel 1982. Il servizio di Giulio Albanese
Degli
aspetti umanitari dell’emergenza sudanese, Fausta Speranza ha parlato con Vivian
Tan, coordinatrice degli interventi dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati
(Unhcr) in Africa orientale: R. – I think the
most urgent aspect of the humanitarian situation … Credo che l’aspetto più urgente
della situazione umanitaria che preoccupa l’Unhcr è la sicurezza dei profughi che
si trovano nelle zone di confine. Monitoriamo un afflusso giornaliero di alcune centinaia
di profughi tra la regione del Sud Kordofan, che si trova in Sudan, e lo Stato del
Sud Sudan. Molti di questi profughi rimangono vicino al confine. Dato che i combattimenti
continuano, siamo molto preoccupati per la loro sicurezza: temiamo che possano essere
feriti nel fuoco incrociato. Siamo preoccupati anche per la sicurezza del nostro staff
che fornisce assistenza ai profughi sul posto.
D. – Quali sono le difficoltà
che incontrate, in particolare in questi giorni?
R. – The main challenge is
the security situation: … La sfida maggiore è la questione sicurezza: ci sono stati
combattimenti a intermittenza nelle zone tra il Sudan ed il Sud Sudan e questo, come
dicevo, mette in pericolo sia la sicurezza dei profughi, sia quella del nostro staff
e compromette la nostra possibilità di fornire aiuto ai profughi che riguarda l’assistenza
di base con cibo, acqua e cure mediche. In un’altra zona del Sud Sudan, nella quale
arrivano i profughi dallo Stato del Blue Nile, ci sono problemi per quanto riguarda
l’acqua: non abbiamo abbastanza acqua in proporzione all’afflusso di persone. Stiamo
lavorando con alcune organizzazioni partner per scavare pozzi più profondi, nella
speranza di trovare più acqua per assicurarla a questi profughi. Le persone arrivate
ultimamente dal Sud Kordofan ci hanno raccontato di essere fuggite perché lì iniziava
a scarseggiare il cibo: non hanno più abbastanza da mangiare. Alcuni di loro invece
fuggono dagli scontri violenti. Queste sono le due ragioni principali per cui si avventurano.
I rifugiati dal Sudan che abbiamo accolto sono sia cristiani che musulmani. E’ difficile
per questo generalizzare sulla loro origine religiosa. Sono comunque sostanzialmente
provenienti dalla zona del Sud Kordofan e del Blue Nile del Sudan.