Presidenziali Francia: la gauche compatta dietro Hollande, Sarkozy resta indietro
Le elezioni in Francia, il presidente Nicolas Sarkozy attacca il segretario dei Socialisti
Francois Hollande per il rifiuto di partecipare a tre dibattiti prima del ballottaggio
per le presidenziali del 6 maggio. Tra i due il distacco è di poco superiore a un
punto e mezzo. Francesca Pierantozzi
E’ subito
ripresa la campagna elettorale in Francia, all’indomani del primo turno delle presidenziali,
che ha visto passare in testa François Holland con il 28,6 per cento dei voti, seguito
dal presidente uscente, Nicolas Sarkozy, ad un punto e mezzo di distanza. La vera
sorpresa dello scrutinio è stato però il successo di Marine Le Pen, leader del Fronte
Nazionale di estrema destra, arrivata terza con uno storico score che sfiora il 18
per cento. Subito si è aperta la caccia ai voti dell’elettorato lepenista, indispensabile
a Sarkozy per cercare di recuperare uno svantaggio, che secondo i sondaggi è quasi
incolmabile, ma indispensabile anche a Holland che può contare sui voti de la gauche,
ma non su tutti i voti dell’elettorato moderato di centro. Holland si è detto fiducioso
di poter riportare la sinistra all’Eliseo, 31 anni dopo l’arrivo di François Mitterrand.
Rivolgendosi agli elettori del Fronte Nazionale, Holland ha detto che è un dovere
convincere i francesi, che hanno voluto inviare dei messaggi forti, anche per esprimere
collera o protesta. Stesse parole da Sarkozy, che ha notato come il voto, che ha definito
di crisi, sia raddoppiato da un’elezione all’altra.
A Luigi Geninazzi,
inviato a Parigi del quotidiano Avvenire, Stefano Leszczynski ha chiesto se
questi primi risultati possano effettivamente dare un’indicazione l’esito del ballottaggio:
R. – Nel sistema
a doppio turno, come quello francese, il risultato del primo giro serve – diciamo
così – a stabilire la griglia di partenza. E’ però interessante, perché è la prima
volta nella storia della Quinta Repubblica che un presidente uscente viene battuto
al primo turno: è un marchio che bolla Sarkozy, che ne conferma un po’ l’impopolarità,
anche se Sarkozy non è del tutto sconfitto. Il problema, pensando a quello che succederà
il 6 maggio, qual è? Tutta la sinistra si ricompatterà a favore di Hollande. Non è
possibile dire la stessa cosa per la destra…. Quindi, è chiaro che farà molta fatica
a condurre questa battaglia il presidente uscente.
D. – Certo, il Front National
non appoggerà compatto Sarkozy. Tuttavia, l’affermazione dell’estrema destra francese
è stata fortissima. Questo che segnale dà per la Francia?
R. – Questo pone
un’ombra non solo sul risultato finale, ma soprattutto sul dove va questa Europa,
perché Marine Le Pen si batte non solo per una politica dell’immigrazione molto restrittiva,
ma vuole soprattutto l’uscita dalla moneta unica.
D. – I mercati finanziari
sono un po’ alla finestra e dopo queste elezioni la Francia potrebbe finire nell’occhio
del ciclone come molti altri Paesi europei. Una gauche compatta che appoggia
Hollande e quindi una sinistra forte in Francia potrebbe provocare qualche "danno"
economico al Paese?
R. – Certamente, si apre una battaglia che è già stata
pronunciata dal candidato socialista contro quello che ha definito il “muro della
finanza” e cioè contro la speculazione internazionale. E’ possibile, ed è anche probabile,
che nei prossimi giorni – soprattutto se il 6 maggio vincerà François Hollande, e
soprattutto dopo il 6 maggio perché lo stesso giorno avremo anche le elezioni in Grecia
– già il 7 maggio quindi può darsi si scateni un’altra bufera finanziaria. E’ comunque
una partita pesante, anche perché si è capito che da questo punto di vista la Germania
è isolata: ormai tutti chiedono una politica che si basi sullo sviluppo e non solo
sul rigore, sulla crescita e non solo sul taglio delle spese. Questa è senza dubbio
un punto. L’altro punto – ma questa è una riflessione che potremo fare forse alla
fine di questa corsa francese – è cosa succederà qualora la gauche torni, come
ai tempi di Mitterrand, unita al potere (ha già molto potere in Francia a livello
locale ed è anche maggioritaria al Senato) riguardo ad alcuni temi. Sappiamo che Hollande
sembra seguire quello che ha fatto Zapatero in Spagna e questo ovviamente pone delle
riflessioni.