2012-04-23 15:24:17

Pakistan: i vescovi chiedono l’intervento della Corte suprema sui casi di conversione forzata


“È necessario un immediato intervento della Corte Suprema del Pakistan e una ferma posizione in difesa della giustizia, dei diritti umani, della libertà religiosa”. Così, riferisce l’agenzia Fides, si è espressa la Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale del Paese asiatico, sul caso di tre ragazze indù costrette a convertirsi all’islam e a sposare uomini musulmani nonostante un ricorso per via giudiziaria. “Le procedure non possono diventare uno strumento di ingiustizia”, chiarisce la nota della Commissione, firmata dal presidente, padre Emmanuel Yousaf Mani e dal direttore esecutivo, Peter Jacob. “Per esempio in uno dei tre casi, ma in molti altri casi di conversione, i tribunali hanno trascurato – prosegue la nota - di accertare l’età della persona convertita”. Secondo fonti di Fides, di questi casi che riguardano giovani donne indù e cristiane se ne registrano circa mille ogni anno e la gravità della situazione, assieme alle discusse sentenze della Corte Suprema, “preoccupa le minoranze religiose che devono affrontare una minaccia esistenziale già a livello demografico, ma anche a causa della crescente intolleranza religiosa nella società”. La Commissione invita la Corte a “esaminare più a fondo la questione e ad assumere una posizione di principio”, considerati anche i “reati che vengono occultati con il pretesto della conversione”. Sul tema, il ministro per l’Armonia religiosa ha convocato un’apposita riunione della Commissione nazionale per le minoranze, cui partecipano rappresentanti di tutte le comunità religiose. (G.M.)







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