Ecuador: Anno della Fede e difesa del Creato al centro della plenaria dei vescovi
La celebrazione dell’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI e la salvaguardia del
Creato. Sono stati questi i due temi che hanno caratterizzato l’assemblea primaverile
dei vescovi dell’Ecuador conclusasi il 20 aprile a Quito. Seguendo le indicazioni
della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’assemblea ha dedicato una giornata
di studio al tema della fede, della testimonianza personale e della sua trasmissione
alle nuove generazioni. In particolare, i presuli hanno riflettuto sulla Lettera Apostolica
“Porta Fidei” con la quale Benedetto XVI ha indetto l’Anno della Fede a partire dal
prossimo 12 ottobre in occasione del 50.mo anniversario del Concilio Vaticano II e
del 20.mo della pubblicazione del Catechismo della Chiesa. Essi hanno quindi deciso
di varare un programma pastorale perché la Chiesa in Ecuador possa vivere al meglio
questo anno di grazia e in continuità con la Missione continentale lanciata dalla
Conferenza di Aparecida nel 2007. Nel comunicato conclusivo, i vescovi affermano di
essere consapevoli che, in un mondo in profonda trasformazione in cui Dio viene emarginato,
è necessario un rinnovamento autentico dell’esperienza cristiana nella vita di ciascuno.
In questo senso, per l’Episcopato ecuadoregno l’Anno della Fede è un’occasione “per
esprimere senza timori le nostre convinzioni, per mostrare la nostra fede ed essere
in grado di trasformare la nostra vita partendo con il messaggio salvifico di Gesù”.
Un impegno che interpella tutti: religiosi, sacerdoti, giovani, professionisti e genitori.
"In comunione con il Santo Padre - si legge ancora nel comunicato dei vescovi - la
Chiesa in Ecuador desidera rispondere, a partire dalla sua realtà, alle sfide che
pone la società odierna affinché l'Anno della Fede sia per la nostra nazione un anno
di grazia che permetta ad ogni credente di riscoprire il cammino della fede con la
testimonianza cristiana e con la concretezza della Parola del Signore e, quindi, promuovendo
azioni a favore della pace, della giustizia e della solidarietà in ogni ambito". Un
altro importante tema affrontato dalla sessione è stato l’ambiente. All’argomento
è dedicato il documento pastorale “Prendiamoci cura del nostro pianeta” in cui, partendo
da una prospettiva cristiana, i vescovi propongono alcuni orientamenti, ad esempio,
sul delicato e complesso tema dello sfruttamento delle risorse minerarie e petrolifere,
oggetto di una vivace controversia nel Paese. Nel documento i presuli ricordano che
la "grande sfida per i governi e per le imprese minerarie e petrolifere" consiste
nel "condurre queste attività in modo che non abbiano un impatto negativo sulla vita
umana e sulla natura". "Non si tratta – affermano – di dire un sì o un no acritico
alle miniere e allo sfruttamento delle risorse petrolifere, ma di informarsi in modo
ampio e dettagliato sui suoi costi e benefici per potere prendere decisioni intelligenti,
tempestive e coraggiose, tenendo presente che la vita e la salute umana e l'equilibrio
dell'ambiente sono più importanti di tutti i metalli". I vescovi ecuadoregni ribadiscono
quindi l’impegno della Chiesa a sostenere le "sorelle e i fratelli che sono colpiti
nella loro vita e nella loro dignità dai problemi sociali e dai pericoli delle attività
petrolifere e minerarie" anche "attraverso la formazione di una coscienza ecologica".
(L.Z.)