Bahrain: un morto nelle proteste antigovernative, che non fermano il Gp di Formula
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Attenzione puntata sul Bahrain dove si svolge il Gran Premio di Formula 1 nonostante
le violente proteste antigovernative da parte dell’opposizione sciita. Stamattina
il re al Khalifa ha ringraziato il mondo sportivo promettendo aperture democratiche
nel Paese: porte aperte al dialogo con l’opposizione sulle riforme e gratitudine al
mondo della Formula 1 che ha deciso di disputare ugualmente la gara. Questa la posizione
espressa stamattina dal sovrano del Bahrain che in questo modo ha difeso l’investimento
da 40 milioni di dollari affrontato per mettere in piedi l’appuntamento sportivo e
dimostrare a tutti che la vita nel regno è tornata alla normalità. Eppure nelle ultime
24 ore gli scontri – che secondo il primo bilancio hanno provocato almeno un morto,
numerosi feriti e arresti – hanno interessato alcuni villaggi e la capitale Manama,
arrivando fino alle porte del circuito di Sakhir. Nonostante il massiccio dispiegamento
di forze dell’ordine, giovani a volto coperto hanno dato alle fiamme cassonetti lanciando
pietre contro la polizia che ha risposto con gas lacrimogeni e bombe assordanti. I
manifestanti - espressione della maggioranza sciita - hanno indetto tre giornate di
protesta con l’obiettivo di sfruttare l’attenzione mediatica per ricordare al mondo
che nel Paese da oltre un anno è iniziata una rivolta popolare duramente repressa.
I regnanti sunniti, assieme agli alleati sauditi, denunciano un presunto complotto
sciita guidato dal vicino Iran. (A cura di Eugenio Bonanata)