Bahrain: il governo aumenta le misure di sicurezza in vista del Gran Premio
Il governo del Bahrain aumenta le misure di sicurezza in vista del Gran Premio di
Formula 1 del 22 aprile. Oggi dovrebbero iniziare le prove libere ma la Fia (Federazione
Automobilistica Internazionale) non si è ancora espressa. Da ieri, polizia ed esercito
stanno bloccando la popolazione nei villaggi per impedire l’adesione alle proteste
e in questi giorni ha arrestato 95 manifestanti. Nella capitale è vietato qualsiasi
assembramento di persone. Le autorità hanno anche negato il visto di ingresso a
giornalisti e fotografi stranieri. I cameraman già arrivati nel Regno sono stati obbligati
ad apporre sulle telecamere un adesivo fluorescente che li renda riconoscibili da
lontano e saranno tenuti sotto stretta sorveglianza, per evitare che vengano filmate
eventuali proteste nei pressi del circuito. I leader dell’opposizione sciita annunciano
manifestazioni per i prossimi tre giorni e vogliono utilizzare la gara automobilistica
per attirare l’attenzione del mondo sulle violazioni dei diritti umani compiute dal
regime sunnita. Essi chiedono la liberazione dei 14 attivisti arrestati durante le
proteste del 2011 e denunciano l’uccisione di oltre 70 persone in un anno di manifestazioni.
Per prudenza la Fia ha chiesto ai piloti di restare negli alberghi. Ieri infatti una
bomba molotov ha colpito un’ auto con a bordo alcuni meccanici del team Force India,
rimasti bloccati da una manifestazione nel centro di Manama. Il Bahrain, come ricorda
l’agenzia AsiaNews, è un Paese a maggioranza sciita, ma governato da una famiglia
reale sunnita alleata dell’Arabia Saudita. Da oltre un anno la popolazione chiede
riforme costituzionali e l’allontanamento del premier, lo sceicco Khalifah ibn Salman
al-Khalifah, al potere dal 1971. Nel marzo 2011 l’opposizione sciita ha organizzato
una sollevazione popolare, sull’onda della “Primavera araba”. Per reprimere le contestazioni
il governo ha chiesto aiuto all’alleato saudita, che è intervenuto inviando le forze
speciali autorizzate a sparare sui dimostranti. Negli scontri sono morte 24 persone,
tra cui 4 poliziotti. Il clima di tensione aveva costretto la Fia ad annullare la
gara, che porta nelle casse dello Stato dai 400 ai 500 milioni di dollari americani.
(C.S.)