Andhra Pradesh, radicali indù usano la legge per perseguitare i cristiani
“Anche senza leggi anticonversione, in Andhra Pradesh gli ultranazionalisti indù hanno
uno strumento legale per perseguitare e attaccare i cristiani”: così Sajan George,
presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), definisce un’ordinanza
statale del 2007 (Worship or Prayer Prohibition Ordinance) che proibisce la diffusione
di altre religioni o preghiere in particolari luoghi di culto. Proprio in base a tale
disposizione, da due giorni un gruppo di attivisti indù del Rashtriya Sawayamsevak
Sangh (Rss) chiede l’arresto del pastore pentecostale Ahron, accusato di aver tentato
di convertire al cristianesimo nel tempio indù della città di Dharmapuri, solo perché
trovato in possesso di alcuni calendari in prossimità di un tempio indù. Sempre in
base a questi provvedimenti, il 2 aprile scorso una Corte locale ha condannato 11
cristiani del villaggio di Kyatamballi, con l’accusa di conversioni forzate risalente
al 2007. Per due di loro la pena è di 20 mesi di prigione e il pagamento di 5mila
rupie (circa 73 euro) Agli altri nove aspetta un solo anno di carcere, e una multa
di 2mila rupie (circa 30 euro) a testa. (C.S.)