Colombia: i vescovi sulla depenalizzazione del consumo di droga
“Nel Continente americano serve sviluppare una vera politica comune a tutti i Paesi
per metterli in grado di combattere con efficacia i vari aspetti del problema del
traffico della droga”. Lo ha affermato mons. Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di Bogotá
e presidente della Conferenza episcopale della Colombia, in un’intervista rilasciata
alla radio locale «La FM» alla vigilia del “Vertice delle Americhe” nei giorni scorsi
a Cartagena. Nell’intervista, ripresa dall’Osservatore Romano, il presule ha affermato
che “quello della droga è certamente un problema internazionale che, specialmente
nelle Americhe, non può essere gestito solamente con le iniziative intraprese dagli
Stati Uniti». L’arcivescovo di Bogotá, rispondendo a una domanda sulla posizione dell’episcopato
della Colombia verso le leggi che vietano il consumo degli stupefacenti, ha sottolineato
che “noi vescovi colombiani potremmo anche essere d’accordo sull’opportunità di prendere
provvedimenti per depenalizzare il consumo di alcune sostanze stupefacenti ma certo
non possiamo essere concilianti con le posizioni di coloro che vorrebbero la legalizzazione
del commercio e dell’uso delle droghe». Mons. Salazar Gómez ha inoltre affermato che
“depenalizzare per noi vescovi vuol dire che la persona che assume alcune droghe non
sarà più punita per questo motivo, ma in ogni caso questo atto rimane riprovevole.
Invece, ammettendo la legalizzazione, l’assunzione delle droghe diverrebbe consentita
e non più contraria alla legge”. Per il presule, la sostanziale differenza che esiste
tra depenalizzazione e legalizzazione non è certamente da sottovalutare perché “questa
è una questione che riguarda un aspetto dell’etica certamente molto importante”. Secondo
l’arcivescovo di Bogotà, le politiche adottate per contrastare la diffusione delle
droghe finora “non sono state in grado di dare dei concreti risultati”. L’unico risultato
registrato in questi anni “è stato l’aumento del numero delle bande criminali che
hanno deciso di dedicarsi al narcotraffico” che ha accresciuto “in maniera esponenziale
la violenza”. Il presule ha sottolineato che è ormai evidente a tutti “che il divieto
al traffico della droga non reprime o contiene il loro consumo. Quindi – ha concluso
- è evidente l’esigenza rivedere le politiche degli Stati americani contro il narcotraffico
per sperare di avere dei migliori risultati”. (L.Z.)