2012-04-18 14:11:38

Seminario sulla comunicazione in Medio Oriente. Mons. Celli: annunciare il Vangelo con i new media


Si sta svolgendo ad Harissa, in Libano, un Seminario sul tema della Comunicazione in Medio Oriente come strumento di evangelizzazione, di dialogo e di pace. L’evento, organizzato dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, vede riuniti i vescovi e gli operatori della comunicazione della regione mediorientale. Il nostro inviato Robert Attarian ha intervistato il presidente del dicastero promotore, mons. Cladio Maria Celli:RealAudioMP3

R. – Mi sembra importante che la Chiesa e i suoi pastori, i sacerdoti e i laici qui presenti, s’interroghino su quale deve essere la comunicazione della Chiesa. Qual è lo scopo della comunicazione della Chiesa? Come la Chiesa è coinvolta nella comunicazione all’uomo di oggi? E’ innegabile che qui emergono immediatamente varie risposte alla domanda di come prestare attenzione all’uomo di oggi, ai suoi problemi, alle sue sofferenze, alla sua ricerca, alla sua ricerca di verità. La Chiesa è accanto all’uomo di oggi, alla donna di oggi in questo loro cammino - alle volte difficile, ma sempre vero e bello anche – di ricerca del vero, del buono. Credo che questa sia una delle grandi sfide per la Chiesa in questi grandi e storici territori. Lei pensi cosa significa per noi venire in queste terre che si aprono dal Mediterraneo fino alla Mesopotamia; in queste terre che hanno visto il grande annuncio, la vita dei patriarchi della nostra fede, così come hanno visto la vita di Gesù in mezzo a noi, la vita dei primi discepoli di Gesù, i primi movimenti di annuncio missionario, quando i primi discepoli di Gesù dovevano affrontare la cultura dell’epoca, le varie culture dell’epoca.

D. – Quali le sfide che deve affrontare la Chiesa nel suo annunciare il Vangelo?

R. - Io credo che oggi la Chiesa debba affrontare nuove sfide e proprio nel contesto della comunicazione c’è la sfida posta dalla cultura digitale, una cultura che si impone a noi: non sono più solamente strumenti di comunicazione, perché le moderne tecnologie creano un ambiente di vita e in questo ambiente di vita si crea, ha origine una nuova cultura. La grande sfida per la Chiesa oggi - e anche per le Chiese particolari del Medio Oriente - è proprio quella di vedere come riuscire a stabilire un dialogo con questa cultura; vedere se riesce la Chiesa di oggi ad avere un linguaggio che l’uomo di oggi può comprendere, perché questo annuncio del Vangelo, questa difesa profonda della verità sull’uomo – così come ci dice Papa Benedetto XVI – deve veramente inserirsi e deve scendere nel cuore dell’uomo e della donna di oggi. Questa è la nostra grande sfida!

D. – Quali risultati possono emergere da questo seminario?

R. - Direi che uno dei primi risultati potrebbe proprio essere questo: vedere come queste Chiese, ricche di grandi tradizioni … e lei pensi che difficoltà hanno avuto queste Chiese, queste Chiese patriarcali - sono storie non solamente belle per quello che hanno avuto, ma storie anche di grandi sofferenze… - lei pensi cosa vuol dire ancora oggi la parola “pace”, che alla fin fine è il grande saluto pasquale, il grande dono pasquale di Gesù Risorto: “La pace sia con voi”. Questa parola pace risuona ed è percepita da queste popolazioni con intima sofferenza e questo perché intere generazioni non sanno cosa vuol dire “pace”. Ecco allora perché, ancora una volta, risuona la voce di Papa Benedetto, quando terminando il Sinodo della Chiese del Medio Oriente, diceva che la pace è possibile e che non possiamo rassegnarci a una mancanza di pace. Il tema scelto proprio per questo seminario vuole proprio approfondire l’annuncio del Vangelo, che è dialogo, che è pace. Credo che tutte le varie comunità debbano sentirsi coinvolte nell’annuncio del Vangelo, nell’istaurare un clima di dialogo rispettoso con gli altri, ma debbano essere – allo stesso tempo – costruttrici di pace. (mg)








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