Monti sulle frequenze tv: nessun problema tra Pdl e governo sul “beauty contest”
L’ex primo ministro Silvio Berlusconi ha annullato il previsto incontro di domani
con il premier Mario Monti, che ha ribadito il proprio appoggio all’emendamento sulle
frequenze tv, approvato dalla Commissione Finanze della Camera. Il presidente del
Consiglio ha anche aggiunto che non c’è alcun problema tra governo e Pdl su questo
tema. Il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, ha precisato che il
testo non impedisce a nessuno di partecipare alla gara. L’emendamento, che ha ricevuto
il voto contrario del Pdl, elimina il meccanismo del “beauty contest”, ovvero l’assegnazione
gratuita delle frequenze. Entro 120 giorni verrà indetta un’asta a pagamento per assegnare
le frequenze tv risultate libere dopo il passaggio dall’analogico al digitale. Amedeo
Lomonaco ne ha parlato con il professore Antonio Sassano, ordinario di
ricerca operativa all’Università Sapienza di Roma:
R. - La cosa
principale che cambia è che queste frequenze, invece di essere date gratuitamente,
vengono date all’asta. E, quindi, parteciperanno tutti gli operatori interessati e
le otterranno sulla base del pagamento, sulla base della massima offerta economica.
Questo mette l’Italia abbastanza in linea con gli altri Paesi del mondo dove, effettivamente,
la capacità trasmissiva viene messa a disposizione anche, alcune volte, con “beauty
contest”, cioè la possibilità di trasmettere. Ma quando vengono assegnate le frequenze,
sia nelle telecomunicazioni sia nelle trasmissioni televisive, le frequenze vengono
assegnate a titolo oneroso: bisogna pagare per averle. E’ chiaro che la situazione
italiana è diversa da quella degli altri Paesi perché, per esempio, in Spagna in Inghilterra
e in Francia c’è un solo operatore di rete. Allora è chiaro che in quei Paesi la situazione
è completamente diversa perché l’operatore di rete deve pagare lo Stato per avere
in concessione le frequenze e, a sua volta, è pagato dai fornitori di contenuti che
ospita. Lo spazio per i fornitori di contenuti, invece, viene assegnato dall’autorità
gratuitamente, cioè senza pagare nulla, però non si può confrontare un’assegnazione
di frequenze con un’assegnazione di capacità trasmissiva.
R. – Mediaset ha
fatto ricorso contro la sospensione del “beauty contest”, ovvero l’allocazione di
risorse per quanti le possono utilizzare che poi può portare anche all’assegnazione
gratuita delle frequenze. Quale giudizio dare a questa procedura del “beauty contest”?
R.
– Io penso che il “beauty contest” sia più adatto alla concessione di capacità trasmissiva
in nome del pluralismo etc. sul “multiplex” e non sia adatto viceversa alla cessione
di frequenze che, fra l’altro, nel nuovo quadro europeo - proprio per la flessibilità
d’uso che si immagina di avere per le frequenze - mi potrei trovare nella spiacevole
situazione di aver assegnato per “beauty contest”, e quindi gratuitamente, una frequenza
ad un operatore. E poi magari questo operatore in futuro, in nome della flessibilità
tecnologica, potrebbe utilizzarla per trasmissioni di telecomunicazioni, telefonia
mobile o altro. Quindi, effettivamente, l’assegnazione gratuita dello spettro è da
non preferire rispetto all’assegnazione onerosa, anche dal punto di vista dell’assegnatario
che, pagando per questo uso, acquista tutti i vantaggi della flessibilità.
D.
– Nel provvedimento è previsto un tetto massimo di cinque “multiplex”, ovvero di cinque
bouquet di canali. Allo stato attuale, Rai e Mediaset possono partecipare all'asta?
R.
– Certamente sì perché Rai e Mediaset in questo momento hanno quattro “multiplex”
a testa e quindi avrebbero spazio per un multiplex in più come d’altra parte era per
il “beauty contest” perché questa è una regola che era presente anche nel “beauty
contest”. Possono arrivare a cinque partecipando alla gara. Quello che si è detto
e che la possibilità di utilizzare per la televisione digitale terrestre dei “multiplex”
attualmente usati per altro, dalla Rai in DVB – T2, la nuova tecnologia del digitale
terrestre, e da Mediaset per le trasmissioni televisive sul telefonino, è una facoltà
che il nuovo quadro regolamentare europeo darà a Rai e Mediaset. Rai e Mediaset avranno
quindi il diritto di fare questa richiesta, il ministero e l’Autorità potranno rispondere
positivamente o negativamente a questa richiesta. Quando avranno riposto, allora Rai
e Medisaet potranno effettivamente usare quel multiplex e, in questo caso, saranno
arrivati a cinque. Ma fino a quel giorno loro ne hanno quattro e quindi possono tranquillamente
partecipare all’asta.
D. – Si può prevedere una stima sulle cifre che si possono
raggiungere con l’asta?
R. – Questo è molto difficile da dire adesso perché
dipende molto dalle regole che dovrà stabilire l’autorità per le garanzie delle comunicazioni,
quindi un’autorità indipendente che studierà tecnicamente il problema e definirà nel
dettaglio le regole di gara, le possibilità di partecipazione. Sulla base di quelle
si potrà fare una previsione più accurata di quale sarà l’incasso dell’asta. E’ evidente,
per esempio, che se l’autorità dovesse decidere di riservare soltanto alle televisioni
la possibilità di partecipare all’asta - cosa che l’attuale emendamento del governo
non prevede, ma facciamo l’ipotesi che si decida di riservare soltanto alle televisioni
le aste - allora l’incasso potrebbe essere più basso; se, viceversa, si riuscisse
per esempio ad aprire l’asta anche agli operatori di telecomunicazioni, allora questi
operatori danno allo spettro, quello stesso spettro, un valore molto più alto perché
loro su quello possono far funzionare i nostri tablet, i nostri smartphone etc. Quindi
se fosse aperto anche a loro, l’incasso potrebbe essere superiore. Io credo che tutte
le valutazioni che abbiamo visto negli ultimi tempi siano valutazioni che prevedono
questo uso più ampio di questa risorsa trasmissiva, cioè anche da parte degli operatori
di telecomunicazioni. Altrimenti, c’è da aspettarsi un incasso meno vantaggioso per
quanto riguarda le casse dello Stato.
D. - Abbiamo parlato di novità importanti
per quanto riguarda le frequenze tv. Ci sono delle novità per le frequenze radio?
R.
– Quello delle frequenze radio è un mondo separato da quello delle tv perché le frequenze,
in parte si sovrappongono nella banda VHF, e quindi tanto meno le usano le tv tanto
più le potrebbero utilizzare le radio, in particolare il DAB, il DMB, le nuove tecnologie.
Purtroppo se le televisioni fanno man bassa di quelle frequenze e se le utilizzano
tutte - e noi siamo un Paese che ha più di 900 emittenti fra locali e nazionali -
allora quelle televisioni tendono anche a togliere spazio alle radio. Mi dispiace
moltissimo perché ho partecipato al piano radio e mi piacerebbe molto vedere la radio
digitale in Italia funzionare al meglio però purtroppo la possibilità della radio
di svilupparsi e di aumentare il numero di canali è strettamente legata, almeno nella
banda VHF, alla razionalizzazione dell’uso televisivo. Questo è un punto molto delicato
che - credo - la prossima Autorità dovrà affrontare con grande attenzione. (bf)