2012-04-18 16:43:27

Monti sulle frequenze tv: nessun problema tra Pdl e governo sul “beauty contest”


L’ex primo ministro Silvio Berlusconi ha annullato il previsto incontro di domani con il premier Mario Monti, che ha ribadito il proprio appoggio all’emendamento sulle frequenze tv, approvato dalla Commissione Finanze della Camera. Il presidente del Consiglio ha anche aggiunto che non c’è alcun problema tra governo e Pdl su questo tema. Il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, ha precisato che il testo non impedisce a nessuno di partecipare alla gara. L’emendamento, che ha ricevuto il voto contrario del Pdl, elimina il meccanismo del “beauty contest”, ovvero l’assegnazione gratuita delle frequenze. Entro 120 giorni verrà indetta un’asta a pagamento per assegnare le frequenze tv risultate libere dopo il passaggio dall’analogico al digitale. Amedeo Lomonaco ne ha parlato con il professore Antonio Sassano, ordinario di ricerca operativa all’Università Sapienza di Roma: RealAudioMP3

R. - La cosa principale che cambia è che queste frequenze, invece di essere date gratuitamente, vengono date all’asta. E, quindi, parteciperanno tutti gli operatori interessati e le otterranno sulla base del pagamento, sulla base della massima offerta economica. Questo mette l’Italia abbastanza in linea con gli altri Paesi del mondo dove, effettivamente, la capacità trasmissiva viene messa a disposizione anche, alcune volte, con “beauty contest”, cioè la possibilità di trasmettere. Ma quando vengono assegnate le frequenze, sia nelle telecomunicazioni sia nelle trasmissioni televisive, le frequenze vengono assegnate a titolo oneroso: bisogna pagare per averle. E’ chiaro che la situazione italiana è diversa da quella degli altri Paesi perché, per esempio, in Spagna in Inghilterra e in Francia c’è un solo operatore di rete. Allora è chiaro che in quei Paesi la situazione è completamente diversa perché l’operatore di rete deve pagare lo Stato per avere in concessione le frequenze e, a sua volta, è pagato dai fornitori di contenuti che ospita. Lo spazio per i fornitori di contenuti, invece, viene assegnato dall’autorità gratuitamente, cioè senza pagare nulla, però non si può confrontare un’assegnazione di frequenze con un’assegnazione di capacità trasmissiva.

R. – Mediaset ha fatto ricorso contro la sospensione del “beauty contest”, ovvero l’allocazione di risorse per quanti le possono utilizzare che poi può portare anche all’assegnazione gratuita delle frequenze. Quale giudizio dare a questa procedura del “beauty contest”?

R. – Io penso che il “beauty contest” sia più adatto alla concessione di capacità trasmissiva in nome del pluralismo etc. sul “multiplex” e non sia adatto viceversa alla cessione di frequenze che, fra l’altro, nel nuovo quadro europeo - proprio per la flessibilità d’uso che si immagina di avere per le frequenze - mi potrei trovare nella spiacevole situazione di aver assegnato per “beauty contest”, e quindi gratuitamente, una frequenza ad un operatore. E poi magari questo operatore in futuro, in nome della flessibilità tecnologica, potrebbe utilizzarla per trasmissioni di telecomunicazioni, telefonia mobile o altro. Quindi, effettivamente, l’assegnazione gratuita dello spettro è da non preferire rispetto all’assegnazione onerosa, anche dal punto di vista dell’assegnatario che, pagando per questo uso, acquista tutti i vantaggi della flessibilità.

D. – Nel provvedimento è previsto un tetto massimo di cinque “multiplex”, ovvero di cinque bouquet di canali. Allo stato attuale, Rai e Mediaset possono partecipare all'asta?

R. – Certamente sì perché Rai e Mediaset in questo momento hanno quattro “multiplex” a testa e quindi avrebbero spazio per un multiplex in più come d’altra parte era per il “beauty contest” perché questa è una regola che era presente anche nel “beauty contest”. Possono arrivare a cinque partecipando alla gara. Quello che si è detto e che la possibilità di utilizzare per la televisione digitale terrestre dei “multiplex” attualmente usati per altro, dalla Rai in DVB – T2, la nuova tecnologia del digitale terrestre, e da Mediaset per le trasmissioni televisive sul telefonino, è una facoltà che il nuovo quadro regolamentare europeo darà a Rai e Mediaset. Rai e Mediaset avranno quindi il diritto di fare questa richiesta, il ministero e l’Autorità potranno rispondere positivamente o negativamente a questa richiesta. Quando avranno riposto, allora Rai e Medisaet potranno effettivamente usare quel multiplex e, in questo caso, saranno arrivati a cinque. Ma fino a quel giorno loro ne hanno quattro e quindi possono tranquillamente partecipare all’asta.

D. – Si può prevedere una stima sulle cifre che si possono raggiungere con l’asta?

R. – Questo è molto difficile da dire adesso perché dipende molto dalle regole che dovrà stabilire l’autorità per le garanzie delle comunicazioni, quindi un’autorità indipendente che studierà tecnicamente il problema e definirà nel dettaglio le regole di gara, le possibilità di partecipazione. Sulla base di quelle si potrà fare una previsione più accurata di quale sarà l’incasso dell’asta. E’ evidente, per esempio, che se l’autorità dovesse decidere di riservare soltanto alle televisioni la possibilità di partecipare all’asta - cosa che l’attuale emendamento del governo non prevede, ma facciamo l’ipotesi che si decida di riservare soltanto alle televisioni le aste - allora l’incasso potrebbe essere più basso; se, viceversa, si riuscisse per esempio ad aprire l’asta anche agli operatori di telecomunicazioni, allora questi operatori danno allo spettro, quello stesso spettro, un valore molto più alto perché loro su quello possono far funzionare i nostri tablet, i nostri smartphone etc. Quindi se fosse aperto anche a loro, l’incasso potrebbe essere superiore. Io credo che tutte le valutazioni che abbiamo visto negli ultimi tempi siano valutazioni che prevedono questo uso più ampio di questa risorsa trasmissiva, cioè anche da parte degli operatori di telecomunicazioni. Altrimenti, c’è da aspettarsi un incasso meno vantaggioso per quanto riguarda le casse dello Stato.

D. - Abbiamo parlato di novità importanti per quanto riguarda le frequenze tv. Ci sono delle novità per le frequenze radio?

R. – Quello delle frequenze radio è un mondo separato da quello delle tv perché le frequenze, in parte si sovrappongono nella banda VHF, e quindi tanto meno le usano le tv tanto più le potrebbero utilizzare le radio, in particolare il DAB, il DMB, le nuove tecnologie. Purtroppo se le televisioni fanno man bassa di quelle frequenze e se le utilizzano tutte - e noi siamo un Paese che ha più di 900 emittenti fra locali e nazionali - allora quelle televisioni tendono anche a togliere spazio alle radio. Mi dispiace moltissimo perché ho partecipato al piano radio e mi piacerebbe molto vedere la radio digitale in Italia funzionare al meglio però purtroppo la possibilità della radio di svilupparsi e di aumentare il numero di canali è strettamente legata, almeno nella banda VHF, alla razionalizzazione dell’uso televisivo. Questo è un punto molto delicato che - credo - la prossima Autorità dovrà affrontare con grande attenzione. (bf)








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