“Costantino il grande”: 1700 anni dopo Ponte Milvio, convegno sulla conversione del
primo imperatore cristiano
“Costantino il Grande. Alle radici dell’Europa”, il titolo del Convegno internazionale
organizzato in Vaticano dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche, a rimarcare un
anniversario: 1700 anni dalla Battaglia di Ponte Milvio e dalla conversione del primo
imperatore cristiano di Roma. Il programma dell’evento è stato illustrato stamane
nella Sala stampa vaticana da padre Bernard Ardura, presidente del dicastero promotore,
insieme a Claire Sotinel, dell’Ecole Française de Rome e dell’Université de Paris-Créteil
e a Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano. Il servizio di Roberta
Gisotti:
Da domani
pomeriggio l’apertura nell’Aula del Sinodo, poi il trasferimento nel Collegio Teutonico,
ed ancora il giorno dopo alla Pontificia Università Lateranense, per tornare sabato
21 aprile in Vaticano, con la proiezione del film “Costantino il Grande” girato nel
1960 da Lionello De Felice. Quattro giorni intensi di lavoro per gli studiosi invitati
da tutto il mondo per aggiornare le ricerche su questo grande personaggio storico.
Giovanni Maria Vian:
“La questione costantiniana è un nodo cruciale
della storia del cristianesimo, perché tocca il rapporto tra sfera religiosa e dimensione
politica”.
Tante ancora oggi le domande per gli storici, e non solo, di
Paesi, lingue, orizzonti accademici. Ha osservato Claire Sotinel:
“Un’analisi
storica, attenta e critica ci concede di capire quello che è successo dopo la vittoria
di Ponte Milvio per aiutarci a riflettere nel secolo 21.mo su questioni importanti
come le interazioni tra religione e potere politico, la costituzione di un orizzonte
religioso plurale, le possibilità di convivenza tra religioni diverse e ben altro”.
Il
28 ottobre del 312, Costantino poneva la sua vittoria contro Massenzio nella battaglia
di Ponte Milvio sotto il segno della Croce. Padre Ardura:
“Questa
battaglia non fu – sembra – un evento di grande rilievo dal punto di vista propriamente
strategico-militare, ma assurse rapidamente al ruolo di simbolo fondativo di un mondo
nuovo nato dall’incontro di Costantino con il cristianesimo”.
La svolta
costantiniana disegna il profilo dell’Europa occidentale e balcanica:
“Un’Europa
in cui sono sbocciati i valori di dignità umana, di distinzione e cooperazione fra
religione e Stato, di libertà di coscienza, libertà di religione e libertà di culto”.
Realtà
"in nuce" nella svolta costantiniana, secondo padre Ardura, che rimanda al dibattito
i tanti interrogativi tra cui alcuni ricordati dalla prof.ssa Sotinel: Costantino
si è convertito sinceramente nel 312, o si trattò di mossa politica o era già cristiano
da tempo?