Turchia: per i vescovi "buone possibilità" per il riconoscimento giuridico della Chiesa
Una riunione che “trascorsa in un clima sereno, lascia ben sperare. Con pazienza,
dai colloqui intercorsi fra le due parti, si intravedono possibilità di raggiungere
buone intese”. È quanto si legge in un breve comunicato in cui la Conferenza episcopale
turca (Cet) traccia un bilancio della sua audizione avuta ieri presso la “Grande Assemblea”,
corrispondente al Parlamento italiano, durante la quale ha esposto “i suoi problemi
e le sue richieste da inserire nella nuova Costituzione che si sta preparando”. Come
è noto - riferisce l'agenzia Sir - “la richiesta principale della Chiesa cattolica
Latina è il suo riconoscimento giuridico come Chiesa in Turchia”. “I rappresentanti
del Governo - riporta la nota della Cet - hanno comunque sottolineato che tale richiesta
non dipende dalla nuova Costituzione, ma può essere accolta con una legge particolare.
Nei prossimi incontri si prenderanno in considerazione i problemi delle proprietà
delle Chiese, delle scuole, degli ospedali, e di altri beni di cui la Chiesa Cattolica
Latina attualmente possiede i Titoli di Proprietà. Con pazienza - termina il comunicato
- dai colloqui intercorsi fra le due parti, si intravedono possibilità di raggiungere
buone intese”. L’incontro, come anticipato ieri dal Sir, è dovuto all’iniziativa dell’ambasciatore
turco presso la Santa Sede, Kenan Gürsoy. La delegazione della Chiesa era composta
da mons. Ruggero Franceschini, presidente Cet, da mons. Louis Pelâtre, vicario apostolico
di Istanbul, da mons. Georges Khazzoum (per gli armeno-cattolici), da mons. Yusuf
Sað (per i sirocattolici) e dal portavoce della Cet, Rinaldo Marmara. Lo scorso 20
febbraio era stato sentito il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I.
(R.P.)