Orissa: dopo il rilascio degli ostaggi italiani si guarda allo sviluppo delle comunità
tribali
“Urge pianificare una strategia di sviluppo” altrimenti “gruppi ribelli continueranno
a ricorrere alla pratica dei sequestri o alla violenza”. Così all’agenzia Fides, Dhirendra
Panda, attivista dei diritti umani e membro del Forum nazionale di solidarietà sul
pericolo che vivono in Orissa le isolate comunità tribali a causa dei ribelli maoisti.
In parallelo al rilascio dei due ostaggi italiani, Claudio Colangelo e Paolo Bosusco,
altri gruppi di rapitori hanno continuato ad agire nella zona. “Le questioni politiche,
sociali ed economiche che interessano queste comunità dovrebbero essere ripensate
seriamente” aggiunge. Anche secondo padre Roy Kochupurackal, vicesegretario della
Conferenza episcopale dell’Orissa, occorre riesaminare le politiche per il bene dello
Stato e sottolinea: “Potenziali turisti sono scoraggiati dal visitare la Regione perché
potrebbe essere considerata non sicura”. Secondo padre Ajaya Kumar Singh, direttore
del Forum dell’Orissa per l’azione sociale, “i maoisti volevano ottenere visibilità
e ci sono riusciti”. Ora la questione va affrontata in termini stringenti, investendo
per le popolazioni tribali senza considerarle solo “in casi di crisi”. (G.M.)