La Nord Corea rifiuta le ispezioni dell'Aiea sul programma nucleare
La Corea del Nord non accetterà più l'arrivo di ispettori dell'Agenzia internazionale
per l'energia atomica (Aiea) per verifiche sul suo programma d'arricchimento dell'uranio.
Il ritorno era stato accettato inizialmente da Pyongyang il 29 febbraio, nell'ambito
di un accordo con gli Stati Uniti che prevedeva aiuti alimentari in cambio della sospensione
di missili balistici. Ma proprio nei giorni scorsi il lancio di un razzo nordocoreano
ha provocato la condanna delle Nazioni Unite e della comunità internazionale, che
hanno minacciato nuove sanzioni. Fausta Speranza ha intervistato Maurizio
Simoncelli dell’Archivio Disarmo:
R. – Il rifiuto
da parte della Corea del Nord era prevedibile proprio perché, da parte degli Stati
Uniti, c’è stato un ripensamento negli aiuti alimentari promessi alla Corea del Nord
dopo che Pyonyang aveva fatto questo test missilistico. Ricordiamo che la Corea del
Nord ha chiesto agli Stati Uniti, in particolare, l’aiuto di svariate tonnellate di
prodotti alimentari in cambio di un blocco, di un rallentamento, di una moratoria
nell’ambito nucleare. Dopo che gli Stati Uniti avevano accordato questi aiuti, la
Corea del Nord ha deciso di mettere in orbita un satellite, ufficialmente, a scopi
civili. A questo punto, gli Stati Uniti, per ritorsione, hanno detto che non avrebbero
più dato questi aiuti e così siamo rimpiombati in quel "tira e molla" che va avanti
da anni tra la comunità internazionale e la Corea del Nord. Non dimentichiamo che
il Paese non è la prima volta che tenta di mettere in orbita missili, satelliti. Ha
fatto già altre volte lanci di missili, non è qualcosa di nuovo. Ha fatto test missilistici
nel 1998, nel 2009, e ha fatto test nucleari nel 2006, nel 2009, per festeggiare anniversari
e per rafforzare il senso di potenza della Corea del Nord.
D. – Ma se il lancio
è una prova di forza, di quale forza parliamo? La Corea del Nord è indebolita dall’isolamento
internazionale e la popolazione è povera. Continua però a puntare sul militare…
R.
– Ci troviamo di fronte a un regime che ragiona in termini diversi da quelli che noi
possiamo immaginare. Le stime dicono che il costo di tutto questo ultimo progetto
del lancio del satellite è stato all’incirca di 850 milioni di dollari, una cifra
che servirebbe ad alimentare tranquillamente la popolazione almeno per un anno, considerato
che ha un deficit alimentare annuo di 400 mila tonnellate. Questo potrebbe certamente
dare fiato a una popolazione stremata dalla fame, dalla miseria. ma c’è una logica,
che è quella tipica di tutte le dittature, purtroppo: quella di puntare sullo strumento
militare come strumento di potenza. Lo abbiamo visto nel passato, lo vediamo tuttora.
A noi sembra una contraddizione. Un governo che punta tutto sullo strumento militare,
a fronte di una terribile crisi economica, alimentare, che sta colpendo duramente
la popolazione, al punto tale che hanno ridotto il numero dei centimetri di altezza
per poter entrare nelle forze armate addirittura a 1,42 cm perché la popolazione si
sviluppa di meno essendo sottoalimentata: ci rendiamo conto che in realtà il quadro
è estremamente preoccupante proprio nell’ambito di questa logica per noi assurda.
Aggiungerei un altro elemento. La Corea del Nord ha come punto di forza anche la sua
tecnologia in ambito missilistico e nucleare, che mette a disposizione gli altri eventuali
acquirenti come Iran e Siria. Ricordiamo che la Siria - che è stata obiettivo di un
bombardamento israeliano un paio di anni fa proprio perché aveva realizzato una sua
base sperimentale, apparentemente segreta ma che poi è stata ben individuata dai servizi
di intelligence di Tel Aviv - aveva acquistato questo tipo di tecnologia dalla Corea
del Nord. Questo tipo di rapporto tra Corea del Nord-Iran-Siria è un rapporto importante,
che e quindi anche far vedere che si è in grado di spedire satelliti nello spazio,
di avere missili a lungo raggio, è comunque una prova non solo di forza dal punto
di vista militare, ma anche un’operazione commerciale rispetto ad alcuni clienti,
che altrimenti sul mercato non troverebbero altri venditori disponibili. (bf)