La denuncia di Antigone: istituti di pena sovraffollati, nonostante lo "svuota-carceri"
A quattro mesi dall'approvazione del decreto legge "svuota carceri", il sovraffollamento
resiste ancora. La denuncia è di Antigone, Associazione per i diritti e le garanzie
nel sistema penale, che oggi ha presentato il suo rapporto, come ogni anno al termine
di una serie di visite agli istituti di pena. Il servizio di FrancescaSabatinelli:
Trecentododici
è il numero dei detenuti in meno nelle carceri italiane da quando è entrato in vigore
il decreto "svuota-carceri", alla fine del dicembre 2011. Un numero ben lontano dalle
previsioni che avevano parlato di un calo di 5-6 mila unità. Il sovraffollamento negli
istituti di pena non è stato dunque neanche scalfito - sono ancora 21 mila i detenuti
in più - inoltre i posti reali sono molti meno di quelli che dovrebbero, visto che
tanti reparti sono chiusi per manutenzione ordinaria o straordinaria. AlessioScandurra, coordinatore dell’osservatorio carceri di Antigone:
"Visitando
gli istituti, si ha la percezione di un peggioramento: è passato un altro anno e si
è ancora in una condizione di totale carenza di ossigeno. Non ci sono più soldi per
fare niente: gli istituti stanno cadendo a pezzi letteralmente. Recentemente, è stato
chiuso un pezzo del carcere di Livorno, abbiamo visto numerosissime celle chiuse e
sezioni chiuse. Questo perché? Perché mancano le risorse per la manutenzione ordinaria
e quindi se si rompe un tubo, non si riesce a ripararlo e si chiudono spazi… Questo
vuol dire che la capienza è meno di quella che ci raccontiamo: la capienza effettiva
negli istituti è più bassa dei dati ufficiali, perché per carenza di risorse e per
carenza di manutenzione ci sono molti spazi chiusi".
La regione con il
più alto tasso di sovraffollamento è la Puglia, dove il numero di detenuti è il doppio
rispetto alla capienza regolamentare, seguono Lombardia e Liguria. Ad avere più posti
che detenuti è una sola regione, il Trentino Alto Adige. Ciò che ci si chiede è se
nei prossimi mesi si potranno avere risultati più importanti di quelli raggiunti finora.
Se, insomma, è solo una questione di tempo prima di vedere gli effetti dello svuota-carceri.
Ancora Scandurra:
"Io temo che non ci sia da sperare in ulteriori effetti
poderosi. Probabilmente qualche altro detenuto in più andrà in detenzione domiciliare,
ma temo che non saranno numeri tali da risolvere la situazione. Certamente non siamo
davanti ad interventi di svuota-carceri. Sono interventi che, forse, hanno interrotto
la crescita della popolazione detenuta e magari questo non è poco in un momento in
cui la situazione era ingestibile, intollerabile… Le carceri, però, non si svuoteranno
con queste norme: non ci sarà un calo della popolazione tale da risolvere la situazione".
Un altro drammatico dato è quello dei suicidi in carcere: 17 nel primo
trimestre di quest’anno:
"Sono vicende drammatiche e, spesso, legate alle
difficoltà della singola persona, ai drammi individuali. Contribuiscono però a segnalare
la situazione di grande difficoltà del sistema. Il problema è che il sistema da tempo
non riesce a conoscere tutte le persone di cui teoricamente è responsabile. Non riesce
a creare un rapporto di conoscenza e quindi di comprensione di quale siano i loro
problemi individuali, il loro livello di rischio rispetto a eventi come il suicidio
o ai frequentissimi gesti di autolesionismo, che in carcere sono frequentissimi, i
tentati suicidi ovviamente sono molti di più dei suicidi. Con questi numeri, il carcere
non riesce a conoscere queste persone, non riesce a sapere quali sono i loro problemi
e non riesce a produrre interventi in grado di risolverli. E’ una situazione drammatica.
Ormai, dopo tutto questo tempo, non è più in gioco la dignità delle persone detenute:
credo sia in gioco la dignità di un Paese, che non può accettare una situazione di
questo tipo senza, appunto, mettere in discussione la propria dignità di Stato democratico".(mg)