2012-04-17 15:51:14

La denuncia di Antigone: istituti di pena sovraffollati, nonostante lo "svuota-carceri"


A quattro mesi dall'approvazione del decreto legge "svuota carceri", il sovraffollamento resiste ancora. La denuncia è di Antigone, Associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, che oggi ha presentato il suo rapporto, come ogni anno al termine di una serie di visite agli istituti di pena. Il servizio di Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3

Trecentododici è il numero dei detenuti in meno nelle carceri italiane da quando è entrato in vigore il decreto "svuota-carceri", alla fine del dicembre 2011. Un numero ben lontano dalle previsioni che avevano parlato di un calo di 5-6 mila unità. Il sovraffollamento negli istituti di pena non è stato dunque neanche scalfito - sono ancora 21 mila i detenuti in più - inoltre i posti reali sono molti meno di quelli che dovrebbero, visto che tanti reparti sono chiusi per manutenzione ordinaria o straordinaria. Alessio Scandurra, coordinatore dell’osservatorio carceri di Antigone:

"Visitando gli istituti, si ha la percezione di un peggioramento: è passato un altro anno e si è ancora in una condizione di totale carenza di ossigeno. Non ci sono più soldi per fare niente: gli istituti stanno cadendo a pezzi letteralmente. Recentemente, è stato chiuso un pezzo del carcere di Livorno, abbiamo visto numerosissime celle chiuse e sezioni chiuse. Questo perché? Perché mancano le risorse per la manutenzione ordinaria e quindi se si rompe un tubo, non si riesce a ripararlo e si chiudono spazi… Questo vuol dire che la capienza è meno di quella che ci raccontiamo: la capienza effettiva negli istituti è più bassa dei dati ufficiali, perché per carenza di risorse e per carenza di manutenzione ci sono molti spazi chiusi".

La regione con il più alto tasso di sovraffollamento è la Puglia, dove il numero di detenuti è il doppio rispetto alla capienza regolamentare, seguono Lombardia e Liguria. Ad avere più posti che detenuti è una sola regione, il Trentino Alto Adige. Ciò che ci si chiede è se nei prossimi mesi si potranno avere risultati più importanti di quelli raggiunti finora. Se, insomma, è solo una questione di tempo prima di vedere gli effetti dello svuota-carceri. Ancora Scandurra:

"Io temo che non ci sia da sperare in ulteriori effetti poderosi. Probabilmente qualche altro detenuto in più andrà in detenzione domiciliare, ma temo che non saranno numeri tali da risolvere la situazione. Certamente non siamo davanti ad interventi di svuota-carceri. Sono interventi che, forse, hanno interrotto la crescita della popolazione detenuta e magari questo non è poco in un momento in cui la situazione era ingestibile, intollerabile… Le carceri, però, non si svuoteranno con queste norme: non ci sarà un calo della popolazione tale da risolvere la situazione".

Un altro drammatico dato è quello dei suicidi in carcere: 17 nel primo trimestre di quest’anno:

"Sono vicende drammatiche e, spesso, legate alle difficoltà della singola persona, ai drammi individuali. Contribuiscono però a segnalare la situazione di grande difficoltà del sistema. Il problema è che il sistema da tempo non riesce a conoscere tutte le persone di cui teoricamente è responsabile. Non riesce a creare un rapporto di conoscenza e quindi di comprensione di quale siano i loro problemi individuali, il loro livello di rischio rispetto a eventi come il suicidio o ai frequentissimi gesti di autolesionismo, che in carcere sono frequentissimi, i tentati suicidi ovviamente sono molti di più dei suicidi. Con questi numeri, il carcere non riesce a conoscere queste persone, non riesce a sapere quali sono i loro problemi e non riesce a produrre interventi in grado di risolverli. E’ una situazione drammatica. Ormai, dopo tutto questo tempo, non è più in gioco la dignità delle persone detenute: credo sia in gioco la dignità di un Paese, che non può accettare una situazione di questo tipo senza, appunto, mettere in discussione la propria dignità di Stato democratico".(mg)







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