Austria: si è spento il padre gesuita Jacob Srampickal, esperto di comunicazione
È scomparso in Austria il padre gesuita Jacob Srampickal. Il religioso, 62 anni, era
stato ricoverato dieci giorni fa in ospedale a Vienna, dove si trovava in visita,
a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Professore dal 2003 presso
la Pontificia Università Gregoriana nelle discipline di Media Education e di Media
e globalizzazione, già direttore per sei anni Centro interdisciplinare sulla Comunicazione
Sociale del medesimo ateneo, consultori, dal 2006, del Pontificio Consiglio per le
comunicazioni sociali, e impegnato nella promozione umana, padre Jacob era autore
di numerose pubblicazioni ed era molto attivo nella divulgazione degli studi sulla
comunicazione in India. Nel Paese asiatico, infatti, padre Srampickal, quando era
presidente dell’Unda /Ocic dell’India (l’attuale Signis), aveva ideato l’istituto
Niscort (National Institute for Social Communications Research and Training) di Nuova
Delhi: nato nel 1997, il Centro era l’espressione del desiderio della Conferenza episcopale
indiana di realizzare un luogo di eccellenza per formare ad una comunicazione che
esprimesse il pensiero della Chiesa cattolica. Il prossimo giugno, padre Jacob sarebbe
dovuto tornare alla guida dell’Istituto che oggi accoglie circa cinquanta studenti
– sacerdoti, religiosi e laici – provenienti da diverse diocesi indiane. Oltre ai
tre corsi post laurea in giornalismo – carta stampata, trasmissioni radio e tv, produzione
di audiovisivi – il centro offre una specializzazione in Scienze della comunicazione
e alcuni programmi estivi, tra cui quello in Pastorale della comunicazione e altri
indirizzi specifici per seminaristi e religiose. In un’intervista rilasciata recentemente
ad “Aiuto alla Chiesa che soffre”, padre Jacob spiegava: “Al Niscort la comunicazione
è innanzitutto un mezzo per costruire comunità secondo la visione di Gesù e i nostri
corsi promuovono il rinnovamento della Chiesa attraverso una maggiore creatività e
partecipazione”, perché “la Chiesa, e non soltanto quella indiana, ha bisogno innanzitutto
di maggiore dialogo al suo interno. Poi vengono i media”. (I.P.)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVI no. 107