Auguri da tutto il mondo per gli 85 anni del Papa. Padre Lombardi: gratitudine per
la sua fede, forza e gentilezza
Messaggi di auguri per gli 85 anni di Benedetto XVI stanno giungendo in queste ore
da tutto il mondo. Un felice avvenimento che precede di tre giorni il settimo anniversario
dell’elezione di Joseph Ratzinger alla Cattedra di Pietro, il 19 aprile del 2005.
Al microfono di Alessandro Gisotti, il direttore della Sala Stampa vaticana,
padre Federico Lombardi, confida i suoi sentimenti per questa doppia ricorrenza:
D. – Direi principalmente
due sentimenti. Uno è la gratitudine al Signore per questo Papa che ci guida con grande
forza, gentilezza e fede e che, quindi, è un dono di Dio. L’altro è l’ammirazione:
pur avendo cominciato questo ministero per la Chiesa universale in età piuttosto avanzata,
si tratta comunque di un Pontificato molto ricco ed intenso, con tanti viaggi ed eventi
molto importanti, con un Magistero intenso e molteplice. Dobbiamo perciò dire che
ciò che il Papa è riuscito a fare in questi sette anni è una cosa ammirevole.
D.
– Personalmente, cosa la colpisce del tratto umano, del carattere dell’uomo Joseph
Ratzinger?
R. – La cosa che mi colpisce di più è la sua gentilezza e la sua
attenzione. Il rapporto ravvicinato con qualcuno egli lo vive molto intensamente:
ascolta davvero quello che il suo interlocutore ha da dire, e lo fa con grandissima
attenzione e rispetto. Ha, inoltre, una lucidità ed una chiarezza di pensiero e di
espressione, una densità di contenuto che comunica – oltre alla sua gentilezza ed
alla sua attenzione - che colpisce in un modo veramente profondo.
D. – E’ difficile,
per non dire impossibile, tracciare un bilancio di sette anni di Pontificato in una
sola risposta. Se dovesse però dire qual è la dimensione che più ha contraddistinto
questi anni quale sottolineerebbe?
R. – Direi che, in questo Pontificato, la
Chiesa si è concentrata sull’essenziale della sua missione, cioè la priorità dell’attenzione
a Dio, al rapporto dell’uomo con Dio, alla dimensione trascendente della vita, alla
personalità di Gesù Cristo come il rivelatore del vero Volto di Dio. Ecco, questa
dimensione religiosa del ministero della Chiesa, in un tempo in cui aspetti di carattere
e di ‘potere’ della Chiesa diventano sempre più secondari, mi sembra essere una caratteristica
di questo Pontificato. Il Papa Benedetto XVI guida la Chiesa verso il centro della
sua missione.
D. – In questi ultimi tempi il Papa è stato addolorato da vicende
interne al Vaticano, come le fughe di notizie. Un sentimento, questo, di cui recentemente
ha parlato anche mons. Becciu. Eppure il Papa testimonia serenità e gioia…
R.
– Questo mi sembra un episodio transitorio. I problemi che il Papa sente sono quelli
della secolarizzazione, dell’oblio di Dio, del relativismo e della perdita di riferimento
dell’orientamento di tante persone nell’epoca moderna. Per quanto riguarda la Chiesa,
ha certamente sofferto per gli aspetti di incoerenza e di infedeltà alla missione
ed alla sua dignità. In questi anni abbiamo vissuto anche, con molta sofferenza, tutto
il dibattito a proposito degli abusi. Mi sembrano queste le cose di cui il Papa può
soffrire più che dei pettegolezzi interni.
D. – Ma questo elemento della gioia
e della serenità, che incoraggia nonostante queste preoccupazioni, è bello per il
fedele che guarda il Papa…
R. – Certamente. Il Papa è un uomo di fede, è un
vero credente. E’ colui che può aiutare e servire la Chiesa come roccia della fede
proprio perché egli per primo crede. E, in questo senso, la fede è fonte di una serenità
e di una gioia profonda che nessuno può togliere. La radice della serenità dell’anima
di Papa Benedetto è la fede stessa, e quindi la speranza che ne deriva.
D.
– Di norma, a chi compie gli anni, si fa un regalo. Qual è, invece, il dono più grande
che lei sente di aver ricevuto, in questi anni, da Benedetto XVI?
R. – Personalmente,
ho apprezzato tantissimo il libro su Gesù: mi è sembrato uno sforzo personale che
il Papa ha fatto, al di là di quelli che erano gli aspetti del ministero che ci si
potevano aspettare da lui, come Papa, per manifestare - con la sua preparazione teologica
ma anche con la sua spiritualità - il suo rapporto personale con Cristo. Questo, per
ognuno di noi e per ogni credente e cristiano, è un qualcosa di estremamente fondamentale.
Il Papa mi sembra ci abbia fatto dono della sua ricerca personale del Volto di Cristo,
e questo lo ritengo il dono più grande che ho ricevuto da lui.
D. – Quale augurio
si sente di rivolgere al Santo Padre?
R. – Sento molto lo scambio dell’incoraggiamento
che il Papa vive. Il Papa, cioè, dice spesso: io sono venuto per confermarvi nella
fede e per incoraggiarvi, però sono grato dell’incoraggiamento che mi date quando
mi rispondete con gratitudine e con affetto, quando mi accogliete con animo aperto
e con calore. Il mio augurio, quindi, è proprio questo: continuare a sentire questo
scambio, per cui sia anch’egli incoraggiato, dalla Chiesa e da tante persone, nello
svolgere il suo ministero. (vv)