Siria, ancora violenze ad Homs. Oggi nel Paese i primi osservatori Onu
In Siria, secondo l’opposizione, forze fedeli al presidente Bashar el-Assad avrebbero
bombardato stamattina la città di Homs, roccaforte dei dissidenti, e scontri ci sarebbero
stati anche ad Aleppo. Intanto, arriveranno questa sera nel Paese 6 dei 30 osservatori
incaricati dall’Onu di vigilare sull’applicazione della tregua dichiarata il 12 aprile
e del piano di pace dell’inviato speciale di Nazioni Unite e Lega Araba, Kofi Annan.
La risoluzione Onu sull’invio degli osservatori è stata approvata ieri all’unanimità
dal Consiglio di Sicurezza. "Ciò che dobbiamo vedere è se avranno la possibilità di
svolgere il loro lavoro": così l'ambasciatore inglese Mark Lyall Grant dopo il voto
in Consiglio di Sicurezza. Il servizio di Marina Calculli:
L'unanimità
è stata raggiunta. La Russia, dunque, ha rotto gli indugi e non ha opposto il veto.
I 30 funzionari, come previsto dal Consiglio di Sicurezza, dovrebbero arrivare a Damasco
per sorvegliare il mantenimento del cessate-il-fuoco tra le forze del regime e quelle
della resistenza. Secondo attivisti e alcune Ong, la tregua entrata in vigore il 12
aprile sotto l'egida del piano di pace proposto da Kofi Annan, sarebbe già stata violata
nei primi due giorni. Anche ieri, secondo le forze governative, che tuttavia non sono
verificabili, quattro civili sono stati uccisi ad Aleppo dai soldati di Assad mentre
partecipavano ad un funerale. Un altro civile è morto a Homs e l'ultima vittima è
stata registrata a Dmer, vicino alla capitale. Il bilancio, certo, è di gran lunga
inferiore già rispetto ad una settimana fa, ma i segnali di fragilità della tregua
sono ancora molti.