2012-04-15 17:36:56

Il cardinale Bagnasco a conclusione del convegno delle Chiese del Triveneto: il mondo ha bisogno di vedere il volto del Risorto


“Il mondo ha bisogno di vedere attraverso la comunità cristiana il volto del Risorto”. E’ la prima indicazione che, nel segno della nuova evangelizzazione, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha rivolto alle comunità ecclesiali del Triveneto riunite questo pomeriggio nell’antica Basilica di Aquileia, in provincia di Udine, per la messa conclusiva del loro secondo Convegno ecclesiale. Nell'omelia, il cardinale Bagnasco ha espresso gratitudine e affetto a Benedetto XVI che domani festeggia gli 85 anni: “Vogliamo seguirlo, ha detto” mentre ci conduce in “un cammino di riforma interiore”, che precede ogni evangelizzazione. Il servizio della nostra inviata, Adriana Masotti: RealAudioMP3


Il cardinale Angelo Bagnasco si fa interprete delle domande sempre attuali dell’uomo: Dove sto andando? Che cosa mi attende dopo la morte? Che senso hanno le gioie, il dolore mio e di tanti, specialmente di chi è innocente? Dove ho fondato l’edificio dei miei giorni? E richiama l’attenzione sulla questione più urgente: “la fede non di chi non crede, ma di chi crede” perché...

“Una fede a volte tiepida e stanca, poco consapevole, non è in grado di riscaldare il mondo moderno che, dopo tante illusioni, spera di ritrovare il cielo e di scoprire che non è disabitato”.

Tuttavia Dio aspetta le sue creature, continua, e la sua attesa non è inoperosa, arriva spesso prima dei suoi stessi messaggeri. Ma come possiamo corrispondere meglio alle attese del mondo? “Il mondo ha bisogno di vedere attraverso la comunità cristiana unita e gioiosa il volto del Risorto, il cielo”, afferma il porporato. Da qui cresce un più convinto impegno ecclesiale a favore di una nuova evangelizzazione e continua: “quell’aggettivo ‘nuova’ non può riferirsi innanzitutto ad una rinnovata comunità cristiana, capace di vedere il Risorto e quindi di vivere e di comunicare la gioia? E’ dunque una comunità solida quella che il Signore vuole, attraverso cui l’uomo possa incontrare uno sguardo di misericordia e di perdono di cui ha tanto bisogno.

“Il mondo deve sapere che dove c’è Dio c’è futuro”.

E hanno guardato al futuro le 15 Chiese del Nordest. Dai lavori di questi giorni è emersa la volontà di continuare il cammino di condivisione sperimentato per condividere ricchezze e risorse. Ricorrenti poi alcune parole chiave: comunità, sobrietà, formazione degli adulti, ascolto dell’uomo senza pregiudizi, linguaggio semplice e diretto, valorizzazione delle competenze dei laici, sostegno alle persone in difficoltà. E’ il volto di una chiesa che vuol essere umile, ma non intimorita o rinunciataria, piuttosto missionaria con la voglia di incontrare e ascoltare con simpatia le persone nei luoghi di vita. Alla sobrietà e alla legalità devono essere improntati l’uso dei beni personali e comunitari, così come i consumi, le scelte economico- finanziarie e la gestione dei beni delle diocesi. Infine sull’immigrazione un appello chiaro: che le Chiese si distinguano da politiche che strumentalizzano il cristianesimo contro l'accoglienza alle persone immigrate.







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