Sud Sudan: “La tensione favorisce gli speculatori e danneggia i più deboli”
“È vero, gli scontri ci sono, ma sembra esagerata la decisione di alcune Ong di ritirare
il proprio personale da aree anche molto lontane da quelle dei combattimenti”. Così
fonti missionarie da Malakal, città dello Stato sud-sudanese, riferiscono all’agenzia
Fides riguardo agli scontri in corso da giorni nell’area al confine tra Sudan e Sud
Sudan. “Tra le persone che risentono della tensione vi sono i rifugiati del campo
di Yida, la maggior parte dei quali provenienti dal Sud Kordofan”. “L’Onu sta facendo
il possibile per garantire loro assistenza” continuano. In questo quadro già molto
critico trova terreno fertile l’opera di tanti approfittatori. “La tensione ha fatto
schizzare alle stelle i prezzi dei generi di prima necessità e dei carburanti. Gli
speculatori stanno approfittando della situazione”. Inoltre “è stata sospesa l’erogazione
di elettricità e dell’acqua perché manca la nafta per far funzionare pompe e generatori”.
A livello politico, sottolineano le fonti, si riscontra un irrigidimento da parte
del presidente sud-sudanese, Salva Kiir. “Egli ha ribadito che non riceve ordini dal
Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che gli avrebbe comandato di ritirare le
truppe dalla città sudanese di Heglig, conquistata dalle truppe di Juba il 10 aprile”.
Heglig è contesa tra i due Stati per via dei pozzi di petrolio. “Speriamo che prevalga
la ragione e che si arrivi ad un compromesso per risolvere la situazione delle aree
contese” concludono le fonti. (G.M.)