2012-04-14 14:19:32

Mali: in Azawad una crisi umanitaria dimenticata


“L’attualità politica del Mali e le vicende militari hanno preso il sopravvento sulla stampa internazionale e nei dibattiti, così che il progressivo peggioramento del quadro umanitario è praticamente scomparso dai media e dall’attenzione dell’opinione pubblica internazionale”. All'agenzia Misna Mamatal Ag Dahmane, portavoce dell’Associazione dei rifugiati e delle vittime della repressione in Azawad (Arvra), fa questa denuncia e non nasconde la sua preoccupazione per il peggioramento delle condizioni in cui sono costretti a vivere sfollati interni e rifugiati oltre confine fuggiti in seguito ai combattimenti in Azawad, la regione settentrionale del Mali da due settimane completamente in mano a diversi gruppi ribelli. Secondo Dahmane, la minaccia di un intervento militare della Comunità Economica dei Paesi dell’Africa Occidentale (Cedeao/Ecowas) negli ultimi giorni ha spinto migliaia di persone a varcare il confine con la Mauritania dove adesso i rifugiati sarebbero circa 50.000. Stime della sua organizzazione riferiscono di un totale di circa 220.000 tra sfollati e rifugiati in Mali e nei paesi vicini. “Le situazioni più difficili – aggiunge l’esponente della società civile – sono quelle in Mauritania e Niger. In questi Paesi non si sta riuscendo a convogliare sufficienti aiuti e le organizzazioni internazionali che vi operano non riescono a rispondere alle crescenti esigenze umanitarie”. Le ultime stime rese note dall’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Acnur) sono più caute e riferiscono di circa 200.000 tra rifugiati e sfollati. La situazione è comunque grave mentre crescenti incertezze gravano sul Mali e sul nord. Ieri, il nuovo presidente Dioncounde Traoré – scelto dopo un golpe militare per guidare la transizione – ha minacciato di intervenire militarmente contro i ribelli, pur lasciando aperta la porta del dialogo. Dall’altra parte, cosa stia avvenendo in Azawad resta da chiarire: accanto al Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad, altri gruppi nel tempo si sono aggregati ai combattimenti come Ansar al Din e, sostengono diversi osservatori, Al Qaida nel Maghreb islamico. Gruppi finora in grado di coabitare ma che già mostrano segni evidenti di contraddizioni e divisione. (R.P.)







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