2012-04-14 18:56:48

La conversione, i giovani, le famiglie i temi al centro dei lavori di Aquileia 2


Quale “conversione” deve avvenire in noi per essere capaci di promuovere una nuova evangelizzazione? Con quale volto presentarsi ai giovani? Come sostenere le famiglie e dialogare con le culture diverse? Queste e molte altre le domande a cui le Chiese del Nordest, riunite a Grado per il loro secondo Convegno ecclesiale, stanno cercando di dare risposte efficaci e condivise. La giornata di oggi è stata dedicata ai lavori di gruppo. Domani le conclusioni. Il servizio della nostra inviata, Adriana Masotti.RealAudioMP3

“Chiediamoci se il nostro tempo non ci stia offrendo una grande opportunità, cessando di farlo passare solo come fonte di problemi”. Sono incoraggianti le parole di mons. Dino De Antoni, arcivescovo di Gorizia e presidente della Conferenza episcopale triveneta, stamani alla messa che, nella Basilica di Grado, ha aperto la seconda giornata di Convegno. Qui, ha continuato, sono germogliate le radici della nostra fede che vogliamo pubblicamente professare in questo nostro tempo. La secolarizzazione, le difficoltà del presente, tutto, ha sottolineato, è provocazione al rinnovamento. E' iniziato poi il lavoro dei 30 gruppi. Sentiamo padre Giuseppe Moni di Treviso, responsabile del gruppo famiglia ed educazione:

“E’ sotto gli occhi di tutti la situazione in cui le famiglie si trovano. Quindi è giusto che la Chiesa si interroghi su come accompagnare, sostenere ed evangelizzare la famiglia. Io penso che il Cristo risorto non ci voglia lasciare nella palude dei problemi bensì penso che attraverso il discernimento saremo in grado di scoprire quello che lo spirito vuole dire alle Chiese”.

Maria Letizia Milanese di Venezia ha contribuito alla riflessione sull’uso dei beni nella comunità cristiana e solidarietà:

“Noi anche cercheremo di approfondire questo concetto dando proposizioni alla fine, per dare una risposta reale alle persone e alle comunità, perché anche noi stiamo vivendo difficoltà concrete e quindi c’è anche bisogno di capire, sull’esempio dei primi cristiani che condividevano tutto, cosa significa questo per noi”.







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