Tribù amazzonica vende crediti di anidride carbonica per 1 mln. di euro l'anno
Dismettere un centinaio di segherie abusive e ottenere più di un milione di euro all’anno
da qui al 2038. E’ l’insolito baratto che una tribù amazzonica brasiliana, la prima
al mondo, ha accettato ricevendo in cambio un certificato internazionale che le permetterà
di vendere crediti di anidride carbonica ottenuti grazie alla sua opera contro il
disboscamento. Uno scambio possibile grazie agli accordi internazionali per la riduzione
delle emissioni di gas serra, in particolare l'anidride carbonica, che consentono
a Stati e privati di acquisire "quote di inquinamento" da chi evita di produrlo. Gli
indios paiter suruis vivono in un territorio che forma la riserva Sette di
Settembre, ai confini tra gli Stati brasiliani di Rondonia e Mato Grosso. “La parte
più difficile – ha dichiarato il responsabile di un’associazione ambientalista attiva
nella zona – è stata convincere i leader dei villaggi della riserva”. Molti giovani
sono andati per mesi in giro a misurare lo spessore dei tronchi degli alberi per fare
un inventario completo del carbonio potenziale stoccato. Difficoltà anche nello spiegare
ai vecchi indigeni che continuavano a dire “che i bianchi sono strani perché vendono
una cosa che non si può toccare”. I suruis sono dunque la prima tribù al mondo
a ricevere il certificato che dà garanzia agli investitori di una corretta riduzione
delle emissioni. Dall’inizio del prossimo anno, per 25 anni i compratori di “carbonio
verde” pagheranno anche 8 dollari a tonnellata di anidride carbonica non emessa per
compensare quella prodotta. (B.C.)