Angola: appello dei vescovi per elezioni libere e democratiche
L’Angola sperimenti elezioni libere e democratiche: è l’appello lanciato dalla Conferenza
episcopale del Paese (Ceast) in una nota pastorale pubblicata sul sito Internet dei
vescovi, al termine della loro ultima Assemblea Plenaria. Il prossimo settembre, infatti,
il Paese africano sarà chiamato alle urne per le elezioni legislative: un diritto,
quello di voto, che i vescovi definiscono “un vero pilastro della democrazia”, poiché
“un governo eletto con la forza non si può chiamare democratico”. Ma il vero detentore
del diritto di voto, continuano i presuli portoghesi, è il popolo che non ne può essere
privato “per nessuna ragione”. Allo stesso tempo, tuttavia, tale diritto costituisce
“un dovere” per il cittadino: “La mancanza dell’esercizio del diritto di voto – sottolinea
la Ceast – dà origine all’elezione di candidati inetti; in tal caso, l’astensione
costituisce una vera colpa, non solo anti-civica, ma anche anti-patriottica”. Ribadendo,
quindi, che “nessun cittadino può restare indifferente di fronte alle elezioni”, la
Conferenza episcopale angolana sottolinea che “per avere votazioni libere e giuste,
è necessario che gli elettori siano perfettamente a conoscenza di alcuni fattori imprescindibili,
come il programma politico di ciascun partito nei suoi aspetti economici, etici, culturali
e sociali, e la competenza degli attuatori di tale programma”. È importante, inoltre,
ribadisce ancora la Chiesa di Luanda, che gli schieramenti politici diano risposta
ai “gravi problemi della società, quali la povertà, l’aumento del divario tra ricchi
e poveri, la disparità delle opportunità, gli squilibri regionali, da difesa della
vita sin dal concepimento, la tutela della famiglia, il recupero di quei valori etici
e spirituali che caratterizzano il Paese”. I vescovi richiamano, poi, l’attenzione
sulla campagna elettorale: essa, spiegano, “esige giustizia”, ovvero che tutti i partiti
abbiano pari accesso e visibilità sui mass media, poiché il contrario “sarebbe ingiusto
e antidemocratico”. Inoltre, a prevalere deve essere “il senso civico”, il che implica
“evitare ogni forma di violenza, sia verbale che fisica, rispettare i simboli di tutti
gli schieramenti e non ricorrere alla compravendita dei voti”. Anche perché “un processo
elettorale trasparente ed elezioni libere e giuste” danno voce “alla volontà sovrana
del popolo”. Infine, la Ceast ricorda al clero, ai religiosi e ai catechisti che “nella
loro azione pastorale non devono essere militanti di alcun partito, né utilizzare
il pulpito a scopo politico”. “Non dicano mai ai fedeli per chi votare – conclude
la nota pastorale – ma spieghino loro le modalità di voto”. Oltre al messaggio sulle
prossime elezioni, nel corso della loro Plenaria i vescovi dell’Angola hanno affrontato
altri numerosi temi, tra cui il programma delle attività per l’Anno della Fede, che
avrà inizio il prossimo ottobre, indetto da Benedetto XVI per celebrare i 50 anni
dall’apertura del Concilio Vaticano II; l’approvazione delle direttive contro gli
abusi sessuali sui minori; l’attuazione dell’Esortazione apostolica post-sinodale
“Africae Munus”, siglata dal Papa nel novembre 2011; l’inizio del secondo anno del
Triennio pastorale dedicato a “Famiglia e riconciliazione”. “Di fronte al diffondersi
di una cultura anti-evangelica e contro la vita, veicolata da alcuni circuiti internazionali
– scrivono i vescovi nel comunicato finale dei lavori – riconosciamo l’importanza
della formazione permanente di tutti gli agenti pastorali e dell’uso dei mezzi di
comunicazione sociale, affinché la dottrina sociale della Chiesa sia diffusa e conosciuta
in modo più ampio”. (A cura di Isabella Piro)