"Testimoni di Cristo, in ascolto": le diocesi del Triveneto da venerdì in convegno
ad Aquileia
Che cosa lo Spirito dice e chiede oggi alle Chiese di queste terre? E’ la domanda
cruciale cui cercherà di dare risposta il secondo Convegno delle diocesi del Triveneto
in programma, da venerdì a domenica prossimi, a Grado e ad Aquileia, centro d’irradiazione
della cristianità nel Nordest. L'incontro vuol approfondire la collaborazione tra
le 15 diocesi del Trentino Alto Adige, del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia, nell'intento
comune di ravvivare la fede e l’impegno per la nuova evangelizzazione nel contesto
di profondi cambiamenti socio-economici, culturali e religiosi. Il cammino in preparazione
al Convegno "Aquileia 2" era iniziato il 7 novembre 2010 e ha vissuto un momento di
particolare intensità con la visita di Benedetto XVI ad Aquileia e a Venezia, lo scorso
maggio. In quell’occasione, il Papa aveva indicato il “mandato”: leggere le trasformazioni
in atto con “gli occhi della fede” per “testimoniare l’amore di Dio all’uomo”. A Gorizia
si è svolta la conferenza stampa di presentazione dell'evento. Il servizio di Adriana
Masotti:
Ascolto dello
Spirito e fedeltà alla storia, le due motivazioni di fondo del secondo Convegno ecclesiale
del Nordest, a 22 anni dal primo, tenuto sempre ad Aquileia. 580 i delegati delle
15 diocesi che con i loro vescovi daranno vita ai lavori che, nel pomeriggio di domenica,
si concluderanno con la messa celebrata dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente
della Conferenza episcopale italiana. “Testimoni di Cristo, in ascolto”, il titolo
dell'evento. Sentiamo Mauro Ungaro, dell'Ufficio stampa e direttore del settimanale
diocesano di Gorizia “Voce isontina”:
“E’ un convegno che ha caratteristiche
molto importanti: questo essere assieme, questo confrontarci, sempre alla luce della
Parola. Io credo che il frutto più importante sarà proprio quello di continuare a
camminare, ciascuna Chiesa con le sue particolarità, sapendo però di camminare nello
stesso cammino”.
Ma di quali cambiamenti avvenuti nel Nordest, in questi
ultimi 20 anni, tener conto per guardare al futuro? Don Renato Marangoni, segretario
generale del Convegno:
“Sono stati presi in considerazione alcuni indicatori
come l’immigrazione - che da noi è diventata proprio una condizione strutturale -
il fattore famiglia, che in questi anni è cambiato, il volto della religiosità che
è cambiato tantissimo. Sempre più il credere, nel nostro contesto, è un credere con
tante domande: emerge un disagio di fronte aduna Chiesa che, a volte, è percepita
come lontana dal vissuto della gente. Ma contemporaneamente, la realtà della parrocchia
è molto apprezzata ed emerge una domanda molto più profonda di spiritualità”.
Tre
le piste generali di riflessione, la nuova evangelizzazione, in dialogo con la cultura
del tempo e impegnati per il bene comune. Ancora Mauro Ungaro:
“Mi
rifaccio alle parole che Papa Benedetto XVI pronunciò nella Basilica di Aquileia nel
maggio scorso, quando sottolineò come il punto nodale di 'Aquileia 2' sarebbe stato
l’interrogarsi delle Chiese su come annunciare Cristo e diede quasi la 'ricetta',
affermando che la missione prioritaria che il Signore affida alle nostre chiese è
quella di testimoniare l’amore di Dio per l’uomo, partendo proprio dalle fasce più
deboli: pensiamo ai poveri, agli anziani, ai malati, ai disabili”.