La Siria annuncia lo stop delle operazioni militari da domani. Ma non si ferma la
violenza
La Siria sembra incamminarsi su un accidentato percorso di pace. Il regime ha accettato
di fermare le operazioni militari da domani mattina, come proposto dal mediatore dell'Onu
e della Lega araba, Kofi Annan. Ma anche oggi sul campo è stata un’altra giornata
di sangue, con decine di vittime. Il servizio di Paola Simonetti:
La speranza
è che all’alba di domani i siriani possano svegliarsi senza violenza. Il proposito
del regime è quello di fermare le operazioni militari, accettando così le condizioni
del piano di pace proposto da Kofi Annan, mediatore dell'Onu e della Lega araba per
la Siria. L’annuncio oggi alla tv di Stato, con la precisazione da parte dei militari
che “resteranno in allerta per eventuali attacchi di gruppi armati". Annan è ottimista:
ho ricevuto assicurazioni dal governo che rispetterà il cessate il fuoco, ha dichiarato
oggi durante la sua visita in Iran, aggiungendo però che "ogni ulteriore militarizzazione
del conflitto sarebbe disastrosa e con conseguenze inimmaginabili". Oggi tuttavia
il paese ha visto un nuovo bagno di sangue: intensi i bombardamenti e gli attacchi
del regime su Homs, Hama, Rastan e la provincia di Latakia. Almeno 28 le vittime.
Secondo testimoni sotto il fuoco della repressione sarebbe finita anche la città di
Bosra, dichiarata patrimonio dell'umanità dall'Unesco. E se la Cina si dice "profondamente
preoccupata" per una mancata attuazione del piano di pace, la Russia torna ad esortare
anche l’opposizione ad onorare il cessate il fuoco.