Celebrati in San Pietro i funerali del cardinale Daoud, "artefice di unità"
“Testimone di unità dei cristiani”. Così martedì scorso, nel corso delle esequie in
San Pietro, il cardinale Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio, ha ricordato
il cardinale Ignace Moussa I Daoud, patriarca emerito di Antiochia dei Siri e già
prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali. Il porporato si era spento sabato
scorso a Roma all’età di 89 anni. Benedetta Capelli:
“Una vita
tutta spesa a servizio della Chiesa”. In poche parole il cardinale Sodano ha tratteggiato
la figura del Patriarca emerito di Antiochia dei Siri, cardinale Daoud. Un commosso
ricordo al quale – ha detto il porporato nella sua omelia – si è anche unito il Papa
da Castel Gandolfo. “Testimone di unità” è l’altra definizione usata dal cardinale
Sodano per ricordare il cardinale Daoud che si spese con grande impegno alla guida
della Congregazione per le Chiese Orientali e prima ancora come capo della Chiesa
Patriarcale di Antiochia. Proprio come Patriarca, il cardinale Daoud assunse il nome
tradizionale di Ignazio, “grande cultore dell’unità della Chiesa” e primo vescovo
di Antiochia dopo l’Apostolo Pietro. “Antiochia era allora – ha detto il decano –
una grande città della Siria, lì i discepoli di Cristo avevano iniziato a dirsi cristiani”.
Da lì partì poi il grande slancio missionario della Chiesa dove tutti erano uniti
“in un’anima sola ed un cuor solo”. Per quell’unità – ha ricordato il cardinale Sodano
– nacque il Patriarcato di Antiochia dei Siri. L’amore verso Antiochia ha portato
il cardinale Daoud a scegliere come luogo di sepoltura Beirut accanto ai suoi predecessori
del Patriarcato Siro. “Noi a Roma – ha concluso il decano – lo ricorderemo sempre
come artefice di unità impegnandoci poi a lavorare tutti per il bene della Santa Chiesa,
riunita intorno al Successore di Pietro, così come Cristo la volle”.