Malawi: i vescovi incontrano la neopresidente Joyce Banda
“La conoscono in tutti i villaggi: è una donna dei poveri, può fare cose importanti”.
Mons. Thomas Msusa, vice-presidente della Conferenza episcopale del Malawi, parla
con l'agenzia Misna mentre è in viaggio per Lilongwe. Oggi incontra la prima donna
presidente dell’Africa australe, nel suo caso anche un’amica di vecchia data. Il colloquio
di questa sera tra Joyce Banda e i vescovi ha un significato speciale. Sabato la Conferenza
episcopale aveva rivolto il suo messaggio di condoglianze per la scomparsa di Bingu
wa Mutharika proprio alla “vice-presidente in carica”. Era stato una sorta di “endorsement”
per fugare gli ultimi dubbi dopo giorni difficili e incerti, segnati anche dal timore
di colpi di mano di chi non voleva lasciare il potere. Un modo per dire che la Costituzione
andava rispettata e che le scelte politiche di Banda, entrata nel 2009 in rotta di
collisione con il partito di governo, non dovevano contare nulla. L’incontro tra il
nuovo capo dello Stato e i vescovi si spiega anche così. Con la gioia per una transizione
pacifica del potere, nel rispetto della Costituzione e dell’Umunthu, il complesso
dei valori tradizionali di un paese storicamente disposto alla pace. “La strada è
lunga – dice padre Piergiorgio Gamba, missionario animatore dell’emittente ‘Luntha
Tv’ – ma non ci poteva essere niente di meglio che questa transizione pacifica che
una volta di più dice dello spirito di riconciliazione caratteristico del Malawi e
della sua gente”. Ne è convinto anche mons. Msusa, alla guida della diocesi di Zomba,
quella dove Banda nacque 62 anni fa e ha lasciato i segni più importanti del suo impegno
in aiuto degli orfani e dei bambini in difficoltà. “Il nuovo presidente – sottolinea
il vescovo – ha il compito di affrontare subito i problemi della povera gente: per
farlo bene dovrà saper ascoltare anche chi la pensa diversamente, in uno spirito di
dialogo e vera riconciliazione”. Nelle parole di mons. Msusa sembra di sentire l’eco
delle grida di allarme lanciate più volte dalla Chiesa cattolica a partire dall’ottobre
2010. Preoccupavano le scelte economiche e le restrizioni degli spazi di libertà caratteristiche
dell’ultima fase del governo di Mutharika. Il carovita, la benzina introvabile, i
cattivi raccolti rendevano la crisi sempre più grave. Per la morte del suo predecessore,
il primo cattolico a guidare il Malawi, Banda ha proclamato dieci giorni di lutto
nazionale. Il tempo necessario per organizzare i funerali ma anche per pensare agli
errori del passato e alle opportunità del futuro. Il presidente dovrà formare un nuovo
governo e ricomporre le fratture con l’Inghilterra e gli altri donatori stranieri,
una crisi che si è mangiata il 40% del bilancio dello Stato. (R.P.)