Mali: il presidente si dimette ufficialmente, ora i golpisti dovrebbero assicurare
un governo civile
Il presidente del Mali, Amadou Toumani Touré, – destituito dal colpo di Stato del
22 marzo – ha rassegnato le dimissioni ufficiali ai mediatori della Comunità Economica
degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas). È stato compiuto così il primo punto
dell’accordo quadro raggiunto venerdì scorso dall’Ecowas e dalla giunta militare golpista,
che si è impegnata a lasciare il potere a un governo civile. Dioncounda Traoré – presidente
dell’Assemblea nationale – prenderà il suo posto fino alle elezioni presidenziali
e politiche, la cui data non è ancora stata stabilita. Il presidente ad interim come
prima cosa dovrà occuparsi del turbolento nord dove imperversano le milizie degli
indipendentisti tuareg e dei gruppi islamici armati, la cui offensiva ha messo in
fuga centinaia di migliaia di persone. Ma quanto hanno influito la caduta di Gheddafi
in Libia e il ruolo della comunità internazionale sulla crisi in Mali? Salvatore
Sabatino ha intervistato Angelo Turco, africanista, docente di Geografica
umana presso l’Università Iulm di Milano: