L’Aquila: a tre anni dal sisma difficile l’assistenza sanitaria. In aumento iniziative
di microcredito
Dopo tre anni dal terremoto che colpì L’Aquila e molti paesi circostanti, circa la
metà della popolazione del capoluogo abruzzese non è riuscita a tornare nella propria
casa e vive ancora nelle 19 "new town" o nelle case prefabbricate di legno. Una situazione
che rende difficile il lavoro dei medici di famiglia dell’Aquila, “che fondano il
loro servizio sulla prossimità territoriale tra pazienti e studi medici”. La denuncia
arriva da Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che sottolinea
come “la collocazione sparsa degli ammalati, rende difficile per i medici di famiglia
raggiungere gli ambulatori e fare le visite domiciliari. A questo si aggiunge la difficoltà
nel trovare locali per aprire nuovi studi medici”. Inoltre, secondo i dati forniti
da Massimo Casacchia, psichiatra docente dell'Università dell'Aquila, la sindrome
da stress post-traumatico ha fatto crescere del 70% i casi di depressione grave, mentre
i disturbi lievi sono cresciuti almeno dell’80%, e sono stati spesso fatali per gli
anziani. Critica anche la situazione delle farmacie: delle sette colpite dal sisma,
solo una è rientrata nei suoi locali d’origine. Delle altre, una si è insediata all’interno
di un centro commerciale, un’altra in una struttura in legno, mentre le restanti quattro
operano invece ancora nei container. Sembra invece migliore la situazione per quanto
riguarda la concessione di prestiti finanziari. L’iniziativa “Microcredito per l’Abruzzo”
ha raccolto finora quasi quattro milioni di crediti in 191 finanziamenti, suddivisi
fra imprese (114), cooperative (9) e famiglie (68) per un ammontare medio che si attesta
rispettivamente intorno a 27 mila, 38 mila e 5.600 euro. Il progetto coordinato da
Etimos Foundation, in partnership con il consorzio Etimos, l’Associazione bancaria
italiana, la federazione delle Bcc di Abruzzo e Molise, l’Associazione Qualità e Servizi
e la Caritas diocesana dell'Aquila conta su un fondo patrimoniale di 4 milioni e 530
mila euro, che ha la sua origine nel più ampio flusso di donazioni degli italiani
post terremoto, canalizzate attraverso il Dipartimento di Protezione civile. Si tratta
di “un intervento dal forte impatto sociale, perché ha permesso l’accesso al credito
a soggetti che altrimenti ne sarebbero stati esclusi in quanto incapaci di offrire
le garanzie patrimoniali o personali normalmente richieste dalle banche”, si legge
in un comunicato. “I risultati ottenuti in Abruzzo sono particolarmente significativi:
il progetto dà un segnale di controtendenza rispetto alla crisi del credito che in
questi mesi colpisce famiglie e microimprese, e lo fa coinvolgendo le banche stesse
nell’utilizzo di uno strumento come il microcredito, fino a oggi diffuso in misura
limitata e frammentaria nel nostro paese”, ha spiegato Marco Santori, presidente di
Etimos Foundation. Fra i beneficiari, famiglie in difficoltà, artigiani e commercianti
che avevano visto la propria attività distrutta dal terremoto, persone che, perso
il lavoro, si sono inventate una nuova opportunità microimprenditoriale e, fra queste
ultime, un numero rilevante di giovani. (M.R.)