Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo di Pasqua
Nella liturgia di Pasqua, le letture ci propongono il grande mistero della Risurrezione
di Gesù. Maria di Màgdala e l’altra Maria si recano al sepolcro, ma non trovano il
corpo del Signore. Un angelo, sceso dal cielo, si rivolge alle due donne spaventate
dicendo:
«Non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è
qui. È risorto, come aveva detto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: 'È risorto
dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete’».
Sulla Pasqua
di Risurrezione, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin,
docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Grandi figure
bibliche ci hanno accompagnato lungo le domeniche di Quaresima - da Noè ad Abramo,
da Mosè a Ciro pagano - e si completavano, per bocca del profeta Geremia, con la promessa
di un’alleanza nuova, scritta da Dio stesso nel cuore. E la celebrazione, quasi al
rallentatore, dei grandi eventi della Pasqua di redenzione, ha completato un cammino
di fede e di penitenza. Ora esplode la gioia e la luce, a beneficio del cosmo intero.
Maria di Magdala che va al sepolcro quando ancora era buio, rappresenta questa inquietudine
del cuore, che non resiste a un misterioso appello. Lei non lo sa, ma quella tomba
dove è stato deposto il maestro amato è vuota, la vita ha scosso pietre e morte. Non
sanno capirlo neanche i due discepoli che corrono trafelati col cuore in gola: non
ci sono parole per darsi una spiegazione. Solo mistero e silenzio. Pasqua è vita nuova,
vittoria sulla morte e ogni morte, squarcio liberatore nel buio di una storia pesante,
mistero inaudito e indicibile. Solo chi crede sa vedere e capire, sa diventare nuovo
e risorto. Non cerchiamo tra i morti Colui che è risorto. Buona Pasqua, amici!