Mons. Franco: la fede in Cristo risorto stimoli i cristiani di Terra Santa
"La testimonianza di fede dei cristiani di Terra Santa è vitale per le piccole comunità
del mondo arabo in questo periodo di sconvolgimenti e ritorno del radicalismo islamico".
È quanto afferma all'agenzia AsiaNews mons. Antonio Franco, nunzio in Israele e Palestina,
in occasione della Settimana di Pasqua. "Abbiamo bisogno di fiducia e di speranza
- aggiunge - la fede in Cristo risorto stimoli i cristiani di Terra Santa e del mondo
arabo ad affrontare le difficoltà, amando la vita che Gesù ha sacrificato per noi".
Il prelato spiega che questa Settimana Santa è tranquilla rispetto agli altri anni,
nonostante il clima di violenza che coinvolge gli altri Paesi della regione, in particolare
la Siria. Il 1° aprile, Domenica delle Palme, oltre 20mila persone hanno partecipato
alla tradizionale processione da Betfage a Gerusalemme, il doppio rispetto al 2011.
"Non ci sono stati disordini - afferma - lungo il tragitto alcuni hanno esposto striscioni
per chiedere la fine dell'occupazione israeliana in Palestina, ma la celebrazione
si è tenuta in modo regolare e con grande devozione". Il nunzio nota però che fra
i pellegrini vi erano pochi cristiani palestinesi che continuano ad avere molte difficoltà
di spostamento a causa dei check-point israeliani. Di recente, padre Pierbattista
Pizzaballa, Custode di Terra Santa, ha annunciato che dal 2013 cattolici e ortodossi
in Israele e Palestina festeggeranno la Pasqua lo stesso giorno, seguendo il calendario
giuliano. Mons. Franco spiega che l'unione dei due periodi pasquali è già presente
in Giordania, dove cattolici e ortodossi festeggeranno la Pasqua la prossima settimana,
e in alcune comunità dei territori palestinesi. Padre Athanasius Macora, ex direttore
del Christian information Center e attuale responsabile del Santo Sepolcro, spiega
che rispetto agli anni passati i Luoghi santi sono meno affollati. "Per le strade
di Gerusalemme - racconta - vi sono molti turisti stranieri, ma pochi pellegrini giungono
in Terra Santa per pregare sui luoghi della Passione di Gesù". Secondo il sacerdote
ciò è dovuto alle difficoltà di spostamento fra i territori palestinesi e Israele
e al clima di tensione per la situazione in Siria e nel mondo arabo. (R.P.)