Lega Nord: Bossi passa al contrattacco. Nel pomeriggio l'incontro con Maroni e Calderoli
Il giorno dopo le dimissioni da segretario, Umberto Bossi passa al contrattacco. E
definisce un complotto contro la Lega le indagini condotte dalle procure di Milano,
Napoli e Reggio Calabria. Nel pomeriggio Bossi ha incontrato nella sede del Carroccio
prima Roberto Maroni, poi Roberto Calderoli. Servizio di Giampiero Guadagni:
Il passo indietro,
dopo 23 anni di incontrastata leadership, è diventato un passo di lato. Bossi fa sapere
di non avere ancora deciso se ricandidarsi al prossimo congresso come segretario.
Ora è il momento dei tre reggenti che guideranno il partito fino al prossimo congresso:
Maroni, Calderoli e Manuela Dal Lago. Nel pomeriggio Bossi ha incontrato l’ex ministro
dell’Interno e lo ha difeso dalle accuse di tradimento formulate da una parte della
base leghista. Intanto, dopo il momento della commozione, è tornato il tono di sfida.
Roma farabutta ci manda questi magistrati, dice Bossi a proposito dell’indagine su
presunti usi a scopo personale dei finanziamenti pubblici ai partiti. Fatti che sarebbero
confermati da alcune intercettazioni che coinvolgono anche la famiglia del leader
storico, oltre che il vicepresidente del Senato Rosi Mauro. Bossi si dice convinto
delle spiegazioni del figlio Renzo, anche se giudica un errore averlo introdotto in
politica; e sollecita il nuovo tesoriere Stefani a fare chiarezza su una faccenda
molto oscura con persone che si scoprono legate alla mafia. Il riferimento è all’ex
tesoriere Belsito, indagato per truffa, appropriazione indebita e riciclaggio.