Pasqua in Libano. Il patriarca di Antiochia dei Siri: "Delusi dal mondo ma non da
Dio"
“Non possiamo dimenticare che la nostra storia qui in Medio Oriente è stata sempre
una Via Crucis, ma come cristiani siamo chiamati a portare, certo, la Croce ma al
tempo stesso a guardare alla Resurrezione”. Il patriarca di Antiochia dei Siri (Beirut),
Ignace Youssif III Younan, con queste parole descrive all'agenzia Sir con quale spirito
la comunità cattolica libanese si appresta a vivere la Pasqua. “La Pasqua - spiega
- è per noi un richiamo ad entrare nel mistero della nostra vita e della relazione
con Dio. Non possiamo dire che come cristiani del Medio Oriente vivremo appieno la
gioia della Resurrezione di Cristo, certamente non ci fermeremo a contemplare solo
la sua Passione e Morte”. C’è sofferenza tra i cristiani del Paese, soprattutto, evidenza
il patriarca, “per quanto sta accadendo in Paesi come l’Iraq e la Siria. Conosciamo
personalmente le sofferenze del popolo siriano, molti sono in fuga costretti a lasciare
il loro lavoro, le loro case, le loro famiglie. Qui in Libano ce ne sono diverse migliaia.
Chi è rimasto vive nella paura del domani”. Alla vicinanza spirituale si aggiunge
anche quella materiale, “la prossima settimana mi recherò ad Aleppo e ad Homs per
vedere come alleviare le sofferenze della nostra gente”, ed una denuncia: “il nostro
dolore è acuito anche dalla grande delusione che proviene dal disinteresse mostrato
dal mondo civile verso i popoli di Siria e di Iraq, per nulla difesi nella loro dignità.
Da parte nostra non faremo mai mancare la preghiera e continueremo a dire la verità
nella carità su ciò che avviene nei nostri Paesi. Questi non possono essere valutati
in base all’oro nero che possiedono. Si deve guardare alla persona umana che soffre
e non agli interessi”. “Siamo delusi dal mondo ma non da Dio - conclude - confidare
in Lui ci permette di guardare al futuro con speranza. Ed è ciò che faremo anche in
questa Pasqua celebrando tutte le messe senza clamori e particolari gesti esteriori.
Non abbiamo paura di attentati ma la prudenza non è mai troppa quindi adotteremo delle
precauzioni in ordine alla sicurezza delle chiese”. (R.P.)