Laos: i cristiani celebrano la Settimana Santa nonostante il divieto delle autorità
I cristiani laotiani sfidano i divieti delle autorità e officiano i riti legati alla
Settimana Santa. Secondo quanto riferiscono gli attivisti di Human Rights Watch for
Lao Religious Freedom (Hrwlrf), due comunità protestanti della provincia meridionale
di Savannakhet si sono radunate davanti alle loro chiese - sequestrate da tempo -
e hanno celebrato la Domenica delle Palme. Il fatto è avvenuto lo scorso 1° aprile,
ma è emerso solo ieri grazie alla denuncia del movimento a difesa della libertà religiosa
in Laos. In un primo momento era circolata la voce che i fedeli avessero rotto i sigilli.
Al contrario - riferisce l'agenzia AsiaNews - le funzioni si sono svolte all'esterno
dell'edificio; tuttavia, per la Pasqua essi promettono di rimuovere le catene se le
autorità non restituiranno i luoghi di culto. Il 1° aprile la comunità cristiana evangelica
di Kengweng si è riunita davanti alla chiesa, per celebrare la Domenica delle Palme
e l'apertura della Settimana Santa. Sirikoon Prasertsee, direttore di Hrwlrf, riferisce
che "i cristiani sono determinati a far sentire la loro voce", anche a costo di "farsi
arrestare e imprigionare". Egli ha quindi precisato che - a differenza delle voci
circolate in un primo momento - non sono stati spezzati i sigilli. Tuttavia, la prova
di forza è rimandata alla Pasqua se le autorità non restituiranno l'edificio. Una
vicenda analoga si è registrata a Dongpaiwan, dove i fedeli hanno indetto una preghiera
all'esterno della chiesa, sotto sequestro dal settembre scorso. Nella provincia di
Savannakhet, teatro di una feroce repressione anticristiana, il governo ha bloccato
- con il pretesto di presunte irregolarità nei permessi - e interdetto al culto tre
chiese evangeliche: quella di Dongpaiwan nel settembre 2011, quella di Nadaeng il
4 dicembre e quella di Kengweng il 22 febbraio 2012. Finora il governo laotiano non
ha assunto una posizione ufficiale sulla richiesta di restituire i luoghi di culto.
Intanto si moltiplicano gli appelli di Ong e attivisti per i diritti umani, che si
rivolgono alla comunità internazionale e alle Nazioni Unite perché Vientiane rispetti
la Convenzione Onu sui diritti dell'uomo, la Costituzione del Paese e il principio
inalienabile della libertà religiosa. In Laos, nazione guidata da un regime comunista,
la maggioranza della popolazione (il 67%) è buddista; su un totale di sei milioni
di abitanti, i cristiani sono il 2% circa della popolazione, di cui lo 0,7% cattolici.
I casi più frequenti di persecuzioni a sfondo religioso avvengono ai danni della comunità
cristiana protestante: nel recente passato AsiaNews ha documentato i casi di contadini
privati del cibo per la loro fede o di pastori arrestati dalle autorità. (R.P.)