2012-04-05 14:09:11

Bolivia: Lettera pastorale dei vescovi su ambiente e sviluppo umano


In Bolivia, il vice presidente della Pastorale Sociale Caritas, mons. Jesús Juárez, ha espresso la preoccupazione della Chiesa per le varie situazioni che stanno propiziando la crisi ecologica in Bolivia, un timore condiviso da vari settori della popolazione. Così ha riferito il presule durante la presentazione della Lettera pastorale sull'Ambiente e lo Sviluppo umano in Bolivia, intitolata "L'universo. Dono di Dio per la Vita". “L'habitat della nostra vita subisce danni alle volte irreparabili dall'inquinamento ambientale e la crisi ecologica preoccupa di più i boliviani, le comunità indigene e tutti i settori della popolazione”, ha detto il vescovo di El Alto. Il presule - riporta l'agenzia Zenit - ha aggiunto che attività come lo sfruttamento dei giacimenti di minerali e di idrocarburi, l'uso eccessivo di pesticidi e di fertilizzanti, l'usanza di bruciare le sterpaglie per preparare la terra, l'ammucchiare di rifiuti che avvelena le acque o l'aumento di gas inquinanti sono fattori che intensificano il riscaldamento dell'atmosfera. Mons. Juárez ha sottolineato che la lettera pastorale esprime la preoccupazione che in Bolivia queste situazioni sono già palpabili e quindi già si sentono gli effetti del cambiamento climatico. Queste situazioni si ripercuotono su aspetti sociali. Un'azione che attira l'attenzione e che la lettera menziona è l'aumento delle piantagioni illegali di coca nelle province delle Yungas e nella zona tropicale di Cochabamba, ma che va anche oltre, diffondendosi nei parchi nazionali e nelle riserve forestali di Santa Cruz e del dipartimento di Beni. “I vescovi della Bolivia, attraverso la lettera pastorale, si rivolgono a tutti i credenti e le persone di buona volontà per promuovere una più profonda riflessione, una conversione di mente e cuore che spinga e conduca al desiderato cambiamento di radicate culture umane per aprirsi ad una nuova comunione tra le persone e tutti gli esseri della creazione“, così ha detto mons. Jesús Juárez. (R.P.)







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