Indagato il tesoriere della Lega. La procura di Roma va avanti sul caso Lusi
Bufera sulla Lega. Il tesoriere del partito, Francesco Belsito, è indagato per le
ipotesi di reato di appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato,
in merito ai finanziamenti pubblici che la Lega percepisce come rimborsi elettorali.
Francesco Belsito, secondo quanto si apprende da fonti del partito, ha rassegnato
le dimissioni. Intanto va avanti l’indagine della procura di Roma sull’ex Tesoriere
della Margherita Luigi Lusi. Giampiero Guadagni Sono tre - Milano,
Napoli e Reggio Calabria - le procure che indagano su vicende riguardanti il tesoriere
della Lega Francesco Belsito. Perquisizioni sono state compiute in diverse città d'Italia
e anche nella sede della Lega, in via Bellerio a Milano. Gli inquirenti milanesi ipotizzano
comportamenti illeciti compiuti dal tesoriere anche quando era sottosegretario nel
governo Berlusconi. Nell’ambito del filone reggino dell’inchiesta, Belsito è indagato
anche per riciclaggio. Sarebbe stato legato ad un intermediario ligure a sua volta
in stretto contatto con esponenti della cosca della ’ndrangheta di Reggio. Secondo
l’accusa Belsito avrebbe distratto soldi ”per esigenze personali di familiari di Umberto
Bossi”. Ma né il leader del Carroccio né suoi parenti risultano comunque indagati.
Bossi ha ricevuto la solidarietà dell’ex premier Berlusconi. Il partito risulta parte
lesa, dice l'ex ministro Maroni, che chiede le dimissioni di Belsito. A giudizio
degli investigatori, il caso di Belsito è diverso da quello di Lusi, il tesoriere
della Margherita che avrebbe fatto sparire circa 20 milioni di euro di quel partito.
Per l’ex presidente della Margherita Rutelli, ascoltato in procura a Roma nella tarda
serata di ieri, gli acquisti di beni effettuati da Lusi sono stati fatti per proprio
esclusivo tornaconto personale, fuori di ogni mandato del gruppo dirigente.