2012-04-03 16:03:21

10 anni fa l’assedio alla Basilica della Natività. Padre Faltas, che rivelò il dramma: pace ancora lontana


Dieci anni fa, il mondo con il fiato sospeso per l’assedio della Basilica della Natività a Betlemme, la più antica della Terra Santa. Era il 2 aprile del 2002 quando 240 militanti palestinesi la occuparono, mentre all’esterno era l’Esercito israeliano. Trentanove giorni di occupazione e assedio. All’interno 40 ostaggi: 31 frati Francescani, tre monaci armeni, due greci ortodossi e quattro suore. Tra i testimoni di quei tragici giorni, padre Ibrahim Faltas, oggi economo della Custodia di Terra Santa, che tanto si spese per una mediazione. Roberta Gisotti lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – E’ stata veramente un’esperienza difficile, brutta, soprattutto quando sono state uccise otto persone dentro la Basilica e 27 persone sono state ferite. Grazie a Dio, la maggior parte di quelli che sono entrati sono usciti sani e salvi. Eravamo praticamente occupati all’interno e assediati all’esterno. Grazie a Dio, però, proprio la nostra presenza ha obbligato le due parti a trovare una soluzione pacifica.

D. – Padre Faltas, in questo tempo di preparazione alla Pasqua quale lezione trarre da quella vicenda che poteva sfociare, come lei ha sottolineato, in una tragedia ancor più grande?

R. – L’assedio della Natività era un po’ il microcosmo di tutte le situazioni generali della Palestina. Ci sono voluti 39 giorni per risolvere questo problema… Ma da dieci anni a questa parte siamo fermi: finito l’assedio, tutti noi abbiamo pensato che tutto fosse finito e che sarebbe ritornato tutto come prima: che sarebbe ritornata la pace, che la gente sarebbe potuta venire… Purtroppo, invece, abbiamo trovato il muro: la situazione va sempre peggiorando, non c’è dialogo tra palestinesi ed israeliani. Tutto è fermo, tutto è bloccato.

D. – Difficile sperare, dunque, per la pace in Terra Santa e quindi in tempo di preparazione alla Pasqua resta la preghiera…

R. – Resta la preghiera, resta la speranza che tornino al tavolo dei negoziati. Riferendoci proprio a questa esperienza dell’assedio, abbiamo visto che attraverso il dialogo è stata trovata una soluzione: questa è una lezione per tutti noi, perché non si può risolvere la situazione con la violenza, con le armi, ma devono trovare una soluzione attraverso il dialogo. Ma ora, vedendo la situazione, il dialogo non c’è: non c’è da molto tempo, non si sono più incontrati Abu Mazen e Netanyahu. Speriamo che si incontrino e che tornino al tavolo dei negoziati, perché devono trovare una soluzione. La gente non ce la fa più, la gente veramente sta male… Tutti noi abbiamo paura di questa situazione, perché vediamo cosa sta succedendo in tutto il Medio Oriente.

D. – Per lei, da sacerdote, cosa ha significato trovarsi a contatto diretto con le conseguenze di questo odio ormai radicato da decenni e decenni tra due popoli? Forse anche lei si è trovato a rivedere alcune sue posizioni, che tutti noi abbiamo innate nel parteggiare per una parte o per l’altra?

R. – Noi Francescani non siamo mai stati con una parte o con l’altra: siamo stati veramente mediatori, anche durante l’assedio della Natività. Quando gli israeliani dovevano chiedere qualsiasi cosa ai palestinesi, lo facevano attraverso di noi e viceversa. La nostra vita qui è sempre stata quella di mediatori. Abbiamo lavorato per la pace e alla fine dell’assedio tutti – cristiani, israeliani e palestinesi – hanno riconosciuto che noi eravamo con la pace. Abbiamo voluto salvare la persona umana e questa è la nostra missione, questo è il nostro lavoro. Noi Francescani siamo qui da otto secoli e siamo qui certamente per salvare i luoghi santi, ma la persona umana è più importante di qualsiasi cosa. Il 5 maggio prossimo, uscirà un libro sull’assedio a dieci anni di distanza, su come era e com’è la situazione adesso. In questo libro, ricordiamo tantissime persone che hanno vissuto l’assedio della Natività e soprattutto il Beato Giovanni Paolo II, che ogni giorno rivolgeva un appello per la Terra Santa, per la basilica. Bisogna fare in modo che questa vicenda non si ripeta più. (mg)







All the contents on this site are copyrighted ©.