Irlanda: dopo la prova di un'ingiusta accusa, un sacerdote torna nella sua parrocchia
Ritirarsi dal ministero sacerdotale in caso di una denuncia “non vuol dire che ciò
che viene indagato è vero o falso. Si tratta di un passo di precauzione necessaria
poiché la sicurezza e il benessere dei bambini devono essere la preoccupazione preminente
quando un’accusa è fatta. Lo afferma mons. Dermot Clifford, arcivescovo di Cashel
ed Emly, nel comunicare oggi ai fedeli il ritorno al ministero sacerdotale di don
Tadgh Furlong che per 36 anni ha servito la parrocchia di Cappawhite. Il ritirarsi
– ha aggiunto mons. Clifford - comporta un sacrificio personale profondo da parte
di una persona innocente”. Nel maggio 2010, il sacerdote ha accettato di farsi temporaneamente
da parte dall’esercizio del suo ministero per consentire l’indagine su una denuncia
a suo carico. È stato così possibile fare un esame approfondito del caso. I risultati
dell’indagine sono stati esaminati dal Consiglio consultivo istituito dal Consiglio
nazionale per la tutela dei bambini nella Chiesa cattolica confermando che “la denuncia
non era motivata”. L’arcivescovo scrive: “Don Tadgh ha sopportato la prolungata prova
con eccezionale coraggio e onore”. Nel ringraziare il sacerdote e quanti lo hanno
sostenuto, l’arcivescovo assicura: “L’arcidiocesi di Cashel ed Emly continuerà a sottolineare
e incoraggiare una cultura di vigilanza in materia di salvaguardia. Spetta a tutti
noi, come individui, come comunità parrocchiali e come società, garantire che le nostre
pratiche di protezione dei bambini e dei giovani siano ai più elevati standard”. (F.S.)