2012-04-01 11:09:16

Recessione e mercato del lavoro


Lotta all’evasione fiscale e investimenti dall’estero in Italia. Il governo Monti prosegue sulla strada già tracciata delle riforme, anche se il grande ostacolo da superare resta quello della recessione che è tornata a colpire il Paese e che si annuncia duratura. Sulle conseguenze che questa congiuntura scarica sul mercato del lavoro, Stefano Leszczynski ha intervistato Giorgio Santini, Segretario generale aggiunto della Cisl.RealAudioMP3

R. – Innanzitutto, noi abbiamo già chiesto che tutti gli ammortizzatori sociali che ci sono, rimangano per il 2012 - ed anche per il 2013 - perché con la recessione, come sappiamo benissimo, ci sarà un contraccolpo sul piano dell’utilizzo della cassa integrazione, che aumenterà, dobbiamo quindi esser preparati a questo. Invece, sul piano delle politiche - a maggior ragione con la recessione – il governo, le istituzioni, le regioni devono fare di più sul versante della crescita, perché purtroppo facciamo poco. In molte aree del Paese, abbiamo risorse che non vengono spese - nelle infrastrutture, nei comuni, nei territori - per rimettere l’economia in moto, in attesa che ci sia una ripresa, che faccia ripartire anche gli altri investimenti e le altre attività. Bisogna intervenire subito con provvedimenti, anche sul credito, perché il tema della liquidità, del sostegno delle imprese sul credito, è assolutamente l’altra faccia sul quale le banche purtroppo sono state troppo reticenti: tengono i soldi che hanno avuto dalla BCE, per comprare i titoli e non li danno alle imprese per investire e per fare economia, questo danneggia complessivamente il Paese.

D. – Ci sono anche delle ricadute, umane e sociali, molto forti. Abbiamo visto molti imprenditori che si sono tolti la vita, perché con le spalle al muro. Questo che segnale è per il Paese?

R. – E’ un segnale che la disperazione, purtroppo, è una cattivissima consigliera: gesti drammatici che scioccano e creano un trauma forte, nelle famiglie e nelle comunità. E’ il lato più oscuro di una situazione che – come dicevo – va affrontata, innanzitutto, tutelando le persone sul piano sociale, sul piano del sostegno al reddito, per ridare fiato a chi investe, a chi deve investire, a chi fa occupazione, a chi deve costruire, perché se non facciamo questo sicuramente l’economia non riparte.

D. – Si ha un po’ l’impressione che tutte le misure prese per contrastare la crisi, tuttavia, sono un po’ slegate da quella che è la realtà dei vari territori. La gente ha poco riscontro immediato ...

R. – Il governo è stato efficace nel lato del controllo rigido, dei tagli alla spesa e anche nell’aumentare l’imposizione fiscale; adesso deve essere altrettanto efficace nel fare politiche che aiutino la crescita e lo sviluppo. Tra le altre cose, diciamo, che è tempo di una politica fiscale diversa: le famiglie di lavoratori e pensionati – che pagano il 90% del Fisco – non ce la fanno più; vediamo che sono crollati al 3% in meno anche i consumi essenziali. Bisogna quindi fare una politica di insieme, che faccia tutti i controlli del bilancio, ma sia in grado anche di attivare risorse per la crescita e la riduzione delle imposte.

D. – Cosa si sente di dire direttamente a tutti quei lavoratori che sono in grave difficoltà, e spesso in uno sconforto terribile ...

R. – Che, per quanto riguarda il sindacato, faremo di tutto per stargli vicino, per dargli risposte possibili sul piano dei redditi e poi faremo di tutto per costruire quel clima di forte collaborazione, di forte tensione anche etica e morale, oltre che pratica, perché tutte le istituzioni – a partire dal governo – operino per dare risposte concrete a questa grave situazione. (cp)







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