2012-04-01 14:34:24

Dialogo e non violenza: così mons. Fitzgerald alla Conferenza a Istanbul sulla Siria


Rinnovo l'appello di Papa Benedetto XVI al popolo siriano “perchè si dia priorità alla via del dialogo, della riconciliazione e dell'impegno per la pace”: così mons. Michael Fitzgerald, nunzio al Cairo e osservatore per la Santa Sede presso La Lega Araba, nella sua dichiarazione oggi a Istanbul alla “Seconda conferenza del gruppo di amici della Siria”. La conferenza ha riunito i rappresentanti di oltre 70 Paesi che chiedono la fine della repressione del dissenso da parte del governo di Damasco. Ai lavori ha preso parte anche il Segretario generale della Lega araba, Nabil al-Arabi, che ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di “prendere una decisione vincolante” che preveda ogni azione necessaria per ristabilire la pace. E il presidente turco Erdogan che ha messo in guardia dal pericolo che il governo di Assad possa sfruttare il piano di pace dell'inviato Onu Kofi Annan, come un “pretesto per guadagnare tempo”. Suonano invece come un ultimatum le parole del segretario di Stato Usa Clinton: “Basta uccidere i vostri cittadini o ci saranno serie conseguenze”. Intanto sul terreno non si fermano i combattimenti: nell'est sono morti cinque ribelli e quattro soldati e un civile è rimasto ucciso a Quriyeh, nella provincia di Deir Ezzor. Inoltre solo ieri 34 persone hanno perso la vita in diverse località del Paese. E di “aumento indiscriminato della violenza” parla proprio mons. Michael Fitzgerald, evidenziando “l’uso indiscriminato della forza che non ha risparmiato le zone abitate, causando la perdita di vite umane tra i civili”. Quello che deve essere evitato a tutti i costi – sostiene il nunzio – “è la logica della violenza che genera nuova violenza”. Secondo l’Osservatore per la Santa Sede presso La Lega Araba, non meno importante è l’impegno che va dedicato all’aiuto umanitario: “Deve essere garantito l'accesso immediato senza limiti a tutte le persone nel bisogno. A tal fine è necessaria la cooperazione con le organizzazioni umanitarie, sia locali che internazionali”. "I siriani - sottolinea mons. Fitzgerald – condividono gli stessi valori comuni di dignità e giustizia senza distinzione di fede o etnia ed è importante che il popolo siriano non perda di vista questo patrimonio nel tentativo di soddisfare le legittime aspirazioni dei vari membri della nazione”. In tale contesto – aggiunge - il rispetto per tutti i luoghi di culto assume un grande significato. La Siria, non meno di qualsiasi altra nazione, è un membro della famiglia delle nazioni – sottolinea il prelato - e dunque “la comunità internazionale ha il diritto di essere preoccupata per la pace e la stabilità della regione”. (M.G.)







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